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“LO SPORT E’ DI CASA NELLA CHIESA”: INCONTRO per l’educazione dei giovani calabresi
qui le foto della manifestazion>>
«Una Vita per l’Oratorio». Prosegue l’attività dei lavori del “Reggio Calabria Sportinfest 2010” con un incontro significativo sullo sport è di casa nella chiesa, da sempre cardine di tutta l’attività del centro sportivo italiano. All’incontro hanno presenziato Monsignor Mario Luserk, direttore dell’ufficio sport della Cei che nel suo intervento ha evidenziato il lavoro svolto dal Csi in Italia e soprattutto l’alto valore formativo del Festival dello sport educativo. Il direttore dell’ufficio sport della Cei ha manifestato inoltre la disponibilità a sostenere il progetto del Csi nel rilancio della pastorale giovanile in Calabria.
L’idea è quella di promuovere il progetto “Vivi L’oratorio” in tutte le diocesi della regione. Edio Costantini, presidente della fondazione “Giovanni Paolo II per lo Sport”, ed ex presidente nazionale del CSI, ha sostenuto che «lo sport è di casa nella Chiesa, una verità storicamente comprovabile, che trova testimonianza, oltre che nella sollecita attenzione che il magistero ecclesiale ha sempre dedicato al fenomeno sportivo, nelle radici cristiane di tanto associazionismo sportivo del nostro paese». «Si consideri, in particolare, l’affermarsi dello sport nell’Italia del XX secolo, che molto deve al modo in cui l’esperienza sportivo-educativa è sbocciata e si è radicata nelle parrocchie,- ha aggiunto Costantini – negli istituti religiosi ed in altre realtà ecclesiali. Come uno specchio, lo sport riflette la società e i tempi che lo generano. È perciò un fenomeno che in questa sua evoluzione va assistito e guidato, per evitare che si svilisca, che perda di qualità, di umanità e di senso».
Durante la serata sono inoltre intervenuti Sabina Marra del Csi di Reggio Calabria che ha evidenziato come «l’oratorio oggi deve essere una “piazza” senza recinzioni, uno spazio aperto in stretta osmosi col mondo. Pensare di segregare i giovani tra quattro pareti per curare in loro l’inquietudine, la sfiducia e la rassegnazione, i loro affanni, il senso di vuoto che li disorienta, significa non aver capito i giovani e non aver capito la realtà che abbiamo davanti. I giovani hanno bisogno di “rischiare” per ampliare i loro orizzonti. Ciò è vero anche per quanto riguarda la vita sportiva dell’oratorio. Buttare un pallone tra i piedi dei ragazzi e sperare che faccia il miracolo di cambiargli la vita è anacronistico e velleitario».
I saluti sono stati portati anche da don Mimmo Cartella, direttore dell’ufficio di pastorale giovanile della diocesi Reggio Calabria – Bova e da Don Nuccio Cannizzaro, consulente regionale Csi. L’incontro è stato moderato dal presidente Csi. «Abbiamo ancora tutti negli occhi i 1200 ragazzi del Cilea – afferma Paolo Cicciù, ma già siamo qui, operativi. A riflettere per costruire il nuovo anno sociale, prima che sportivo».
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