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È passato ormai un anno da quando un comunicato stampa dei lavoratori di Sogas, con ironia e al contempo rabbia e disappunto, intitolavano l’articolo: NON UN BIANCO NATALE MA UN NATALE IN BIANCO. Sembra uno scherzo ma è la triste verità per cui oggi a tutto il personale Sogas sembra di rivivere un dejà vu. Infatti, dopo aver appreso ufficialmente del deliberato dei giorni scorsi da parte del Socio di maggioranza, Ente Provincia di Reggio Calabria, era rinata la speranza che finalmente a breve venissero pagati gli arretrati stipendi. Le OO.SS. hanno pubblicamente ringraziato, attraverso i media, il Presidente G. RAFFA e oggi colgono l’occasione di estendere i ringraziamenti anche ai consiglieri provinciali che si sono spesi per la causa dei lavoratori, deliberando una somma di poco inferiore a 2 milioni di euro destinata alla Sogas, Società che gestisce l’ormai agonizzante “Tito Minniti”.
In occasione del CdA tenutosi lo scorso lunedì, si è appreso che tale somma non sarà probabilmente destinata a saldare tutte le mensilità arretrate; a tal proposito stamane una delegazione di lavoratori, venuti a conoscenza di un Consiglio di Amministrazione che si sarebbe dovuto svolgere nei locali della Provincia (ma così non è stato), si sono recati a Palazzo Foti per cercare di ottenere un atto deliberativo da parte del CdA Sogas atto a tutelare e privilegiare il pagamento degli stipendi. Il Presidente del Consiglio Provinciale, Antonio Eroi, insieme ai Consiglieri presenti, hanno rassicurato i lavoratori dichiarando che la delibera emessa dall’Ente Provincia è stata da loro approvata e firmata con il solo scopo di sanare le insolvenze nei confronti dei dipendenti, che ricordiamo non percepiscono lo stipendio da 5 mesi, oltre tredicesima, prossima alla scadenza, ed alle indennità accessorie tra cui buoni mensa fermi da oltre 2 anni.
Tenuto conto delle dichiarazioni del Presidente Eroi, chiediamo che venga fatta luce sul punto ritenendo che la situazione sia diventata ormai insostenibile ad esclusivo danno dei lavoratori e delle loro famiglie, che comunque con senso di responsabilità e dedizione continuano a prestare la propria opera.
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