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Pignatone, incontrando i giornalisti per illustrare i particolari dell’operazione “Piccolo carro”, che ha portato al fermo di Demetrio Domenico Praticò, ha riferito che Zumbo fece ritrovare volutamente la Fiat Marea, carica di armi ed esplosivo, facendo una confidenza ad un sottufficiale dei carabinieri.
Lo scopo di Zumbo, secondo la Dda e gli investigatori, era di addebitare la responsabilità della collocazione della vettura al pregiudicato Pino Ficara, cugino del boss Giovanni Ficara, che era suo amico, a causa di pesanti contrasti tra i due Ficara per la conduzione degli ‘affari’ della cosca omonima.
”Si e’ trattato – hanno riferito inquirenti ed investigatori – di un autentico depistaggio”. ”Tant’é che per conoscere meglio la personalita’ di Zumbo – ha detto Pignatone – abbiamo ufficialmente interpellato i servizi di sicurezza, Aisi e Aise, le forze di polizia, senza che nessuno ci abbia confermato un suo ruolo all’interno degli apparati di sicurezza. Molte domande sono ancora senza risposta, ma é certamente inquietante, comunque, fare ritrovare quell’auto quel giorno ed in quel luogo”. ‘
‘Dopo mesi di scrupoloso lavoro – ha detto il comandante provinciale di Reggio Calabria dei carabinieri, col. Pasquale Angelosanto – possiamo dire che le armi rinvenute all’interno della Fiat Marea il 21 gennaio scorso, erano pressochè inefficienti, con parti mancanti, e lo stesso esplosivo é risultato di bassa potenzialita’. Su quell’autovettura, inoltre, sono state eseguite sofisticate prove per la ricerca di impronte digitali, utilizzando anche gas speciali, senza che risultasse alcunche’ di utile per le indagini. Segno, questo, che la ‘ripulitura’ del mezzo era stata effettuata da mani esperte”.
Giuseppe Pignatone ha riferito che all’indagine sul ritrovamento della Marea con armi ed esplosivi stanno lavorando in pool i procuratori aggiunti Prestipino e Gratteri ed i pm della Dda Musarò Andrigo, Colamonici e Miranda.
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