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Come noto, a Reggio Calabria, circa un mese fa, l’assessore comunale, nonché coordinatore cittadino del Pdl, Luigi Tuccio, sul suo profilo facebook ha pesantemente insultato, offeso e ingiuriato con inequivocabili frasi di stampo razzista ed antisemita il Premio Oscar Roberto Benigni.
Nonostante un formale atto d’accusa espresso dal presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e le numerose vibrate proteste, giunte da ampi settori del mondo politico, culturale e sociale, sia locali che nazionali, che chiedevano le dimissioni dell’assessore Tuccio, non è successo nulla di quanto auspicato e atteso. Tuccio, l’assessore che con questa vicenda ha assunto il nomignolo “attack”, è tragicamente rimasto seduto, anzi incollato, nella comoda poltrona assessorile. Inoltre, con grande vergogna per tutti i reggini, il sindaco di Reggio Arena non ha sentito il dovere etico e morale di prendere le distanze dalle frasi di Tuccio e di esprimere, a nome della città, la piena e doverosa solidarietà istituzionale e civile a Roberto Benigni e alle comunità ebraiche.
Dopo qualche settimana dall’affaire-Tuccio, a poche centinaia di chilometri da Reggio, l’assessore comunale di Lecce Giuseppe Ripa, anch’egli del Pdl, sul suo profilo facebook, ha vergognosamente offeso, con insulti e affermazioni omofobiche e discriminatorie, il presidente della Regione Puglia Nichi Vendola. Dopo neanche 48 ore, l’assessore leccese ha, prima, chiesto, inequivocabilmente e senza alibi, scusa al Presidente Vendola e, immediatamente dopo, ha rassegnato le dimissioni. Contestualmente il sindaco di Lecce Paolo Perrone ha istantaneamente preso ufficialmente le distanze dal suo assessore e lo ha, nei fatti, scaricato.
A scanso di equivoci, il Pdl governa entrambe le città: sia Lecce che Reggio Calabria.
Però, visti i fatti, quanta differenza…. Politica e culturale: un abbisso.
Il parallelismo e la conseguente discrasia tra i due episodi che, per gravità e clamore mediatico, sono assimilabili non è, quindi, azzardato o forzato.
La conclusione, speriamo solo temporanea, diametralmente opposta delle due vicende evidenzia, però, in maniera palese e volgarmente imbarazzante, la totale deriva, di vera e propria inciviltà, che attanaglia il Pdl reggino e la giunta Arena.
Il segnale è semplicemente uno e indiscutibile: a Reggio Calabria tutto è lecito, permesso e consentito. Il caso Tuccio rappresenta, quindi, lo sfacciato coronamento di un’arroganza del potere che a Reggio diventa vero e proprio dispotismo. Un potere impunito e sfrontato che è nelle mani di una cricca che domina la città e che pensa di potere fare tutto, e il contrario di tutto, senza dare conto a niente e nessuno. Quindi, uno sfregio e una ferita per una città che, visti i fatti incontrovertibili, è governata da una giunta che, senza alcun imbarazzo, vede al suo interno personaggi squalificati localmente e nazionalmente che sono portatori di una cultura antisemita incompatibile con l’assunzione di funzioni di governo.
Insomma, il Pdl e il sindaco di Lecce, hanno impartito una limpida lezione di democrazia, di rispetto delle basilari regole delle Istituzioni e di cultura di governo al Pdl e al sindaco di Reggio. Una cosa è certa: la vergogna rappresentata da Tuccio non può e non deve cadere nel dimenticatoio.
Noi Comunisti non lo permetteremo assolutamente: Reggio e la Calabria sono lontane anni luce dagli scritti di Tuccio e dall’assordante silenzio di Arena. Per questo, ci piace, al contrario, fare parte, con assoluto entusiasmo e totale convinzione, di quella Calabria che, a Cosenza, il prossimo 17 gennaio, in occasione del quarantesimo anniversario della fondazione dell’UniCal, consegnerà la laurea honoris causa in Filologia Moderna proprio al Maestro e Premio Oscar Roberto Benigni.
Quindi, un’altra Calabria: limpida e diversa.
La manifestazione di Cosenza, che si preannuncia memorabile, rappresenterà, pertanto, dopo l’incontro personale che il sottoscritto ebbe con Benigni qualche settimana fa, un ulteriore momento, nel quale, verrà definitivamente ripulita l’onta antisemita provocata dalle indegne frasi di Tuccio e sarà posto un metaforico indelebile sigillo ai sentimenti di democrazia e civiltà, accoglienza e tolleranza, solidarietà e ospitalità, che animano, da sempre, la Calabria e i calabresi.
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