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Tanto tuonò che piovve.
Il documento della Corte dei Conti, notificato e stranamente “nascosto” dai vertici di Palazzo S. Giorgio, con il quale vengono tassativamente dettati i tempi amministrativi per intervenire sulla voragine finanziaria che caratterizza le casse comunali, smaschera definitivamente il teatrino dell’assurdo portato avanti nell’ultimo anno dal sindaco Arena e dalla sua fallimentare giunta.
La vera novità è rappresentata dal fatto che la Corte dei Conti nomina esplicitamente una tragica parolina, una sorta di convitata di pietra, che è stata sempre volutamente sottaciuta: per la prima volta in un atto ufficiale, addirittura della Magistratura contabile, si parla esplicitamente di dissesto finanziario del comune di Reggio Calabria.
Un dissesto frutto e prodotto esclusivo di una gestione dissennata delle finanze comunali, portata avanti dal fallimentare modello-Reggio coniato e portato avanti da Scopelliti.
Un modello che è proseguito, ed è stato fatto proprio, sia nella breve parentesi di Raffa che nell’attuale gestione guidata dall’erede Arena.
Le parole, pesanti e implacabili, scritte nel documento della Corte dei Conti non lasciano il benché minimo spazio ad alcuna interpretazione soggettiva.
La verità è chiarissima: il folle decennio amministrativo di Scopelliti e del PDL ha portato la città al dissesto finanziario che, purtroppo, sarà pesantemente pagato da tutti i reggini.
Bisogna rammentare che abbiamo, sempre, pubblicamente affermato questo concetto e siamo stati sistematicamente offesi e dileggiati.
Guarda caso, oggi, la Corte dei Conti, non i nemici del PdCI e dell’IdV, ha scritto la cruda verità che evidenzia come il sindaco Arena è ormai ridotto ad essere il commissario liquidatore della città.
Tentare di confondere le acque attraverso il ridicolo espediente che punta ad affermare che tutti i comuni vivono una sofferenza finanziaria o una mancanza di liquidità è semplicemente vergognoso e offensivo dell’intelligenza di tutti i reggini, i quali, ovviamente, conoscono molto bene i fatti accaduti e la recente storia amministrativa della città. Utilizzare questo inutile argomento, trito e ritrito, è lo specchio della profonda disperazione di Arena.
La città è stata depredata e sfregiata; ha subito un dominio amministrativo che non ha prodotto nulla per la collettività. Basta guardarsi attorno per capire che siamo circondati dal vuoto. Nonostante il fiume di denaro sperperato non vi è stata nessuna realizzazione amministrativa. Viviamo in un mare di incompiute, tutti i problemi sono accresciuti a dismisura e i servizi, nonostante il vertiginoso aumento delle tasse comunali, sono ridotti al lumicino. A meno che qualcuno non ci voglia convincere che i momenti di alta progettualità amministrativa furono le passeggiate notturne del galeotto Lele Mora, accompagnato delle starlette della sua scuderia, costate alla collettività centinaia di migliaia di euro.
Per non parlare delle società miste del comune in mano alla ‘ndrangheta.
A questo punto, ci aspettiamo che Arena prenda finalmente atto del totale e incontrovertibile fallimento amministrativo e, senza fare perdere ulteriore tempo alla città, con un gesto non più rinviabile, rassegni immediatamente le dimissioni da sindaco.
Reggio deve rinascere. Per rinascere ha bisogno di una nuova classe dirigente che spazzi via il malaffare e le truffe che, in questi lunghi anni, sono state perpetrate sulla pelle e le tasche degli incolpevoli reggini.
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