Reggio Calabria, PA.C.E. sulla Città Metropolitana

massimo ripepi

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I provvedimenti che stanno prendendo corpo nella manovra economica, attualmente in discussione, prefigurano una lunga stagione di sacrifici per tutti i cittadini italiani, creando il rischio di arginare le politiche di sviluppo che pure sono richieste a gran voce anche dalla Comunità Europea.

Lo Sviluppo. Quello che la nostra città e la nostra provincia inseguono ormai da decenni, con risultati altalenanti e che secondo noi di PA.C.E. passa attraverso un rilancio immediato della Città Metropolitana, per la quale occorre un impegno concreto di tutti i parlamentari calabresi, del Governo e soprattutto degli attori locali.

Bisogna fare i conti con la realtà di un Paese (l’Italia) che ha preso a balbettare sui mercati finanziari e che rischia il colpo di grazia in termini di produzione e consumi: nel 2014 avremo una pressione fiscale prossima al 45% che, senza misure per lo sviluppo, potrebbe davvero significare una crescita prossima allo 0% (tra fatturato e industria).

E vanno inoltre considerati gli effetti dell’eliminazione delle Province, che forse passerà con una modifica della legge costituzionale, e che farà mancare sul territorio la funzione di raccordo e di programmazione intercomunale che non può essere assolta compiutamente dalle Regioni.

La nostra città, estremo lembo di un’Italia che viaggia sempre più a velocità diverse, ha appena fatto due conti, con la predisposizione del bilancio preventivo, palesando un saldo negativo di circa 37 milioni che andranno recuperati alle casse comunali entro la fine dell’anno: cifra certamente significativa ma che non deve portare in secondo piano i veri problemi che sono quelli legati allo sviluppo della nostra terra.

Soffriamo, come tanti del resto, gli effetti di un federalismo incompleto, effetti al momento solo negativi, perché applicato solo nelle misure impositive, senza cioè quei provvedimenti, pure previsti, che permetterebbero alle autonomie locali di gestire compiutamente le proprie risorse ed il gettito fiscale.

Queste le pedine e la loro disposizione sulla scacchiera: non rimane che decidere quale strategia sia più efficace per vincere la partita dello sviluppo.

Bisogna impedire che la razionalizzazione della spesa, misura improcrastinabile in questa situazione economica, unita alla abolizione delle Province, si traduca in tagli indiscriminati al welfare e agli investimenti per lo sviluppo e alla sterilizzazione della capacità di analisi e di programmazione territoriale.

Dunque, la Città Metropolitana dovrebbe assumere le funzioni di coordinamento e di programmazione, ma con una marcia in più rispetto alle vecchie Province, perché godrebbe anche dei benefici che si accompagnano al decreto sul federalismo fiscale (quando saranno applicati nella loro interezza).

Sussistono evidentemente una grande quantità di problemi: primo fra tutti quello culturale, legato ad un sentire sociale che allontana piuttosto che avvicinare, che spinge all’autocrazia, all’isolazionismo piuttosto che ad aggregare, a condividere.

A niente e a nessuno servono le polemiche sterili che troppo spesso occupano la cronaca politica cittadina: servono piuttosto idee e condivisione, e non critiche e divisioni.

Abbiamo visto con piacere alcuni esponenti politici reggini far proprie le nostre idee (ad esempio sul porto o sulla raccolta differenziata, ma anche su questioni di politica fiscale e gestione del patrimonio): diciamo “far proprie” e non “appropriarsi” perché a noi interessa condividere e non già invocare primogeniture sterili.

Auspichiamo dunque un veloce e proficuo cambio di rotta nell’ambito dei rapporti politici in seno alla nostra città, conditio sine qua non ad un cambiamento altrettanto proficuo di cultura e mentalità a vantaggio di tutti i nostri concittadini.

Al problema culturale si lega quello morale, peraltro assai attuale a livello nazionale: anche su questo tema chiediamo un ulteriore sforzo di trasparenza, efficacia ed efficienza nell’espletamento delle funzioni di governo della città e del territorio, volto a creare una cultura della legalità che faccia scudo ai tentativi di infiltrazione o di condizionamento assicurando una buona governance.

Superati i problemi iniziali, la Città Metropolitana, godendo appieno dell’autonomia garantita dal decreto federalista (e anche delle prerogative che le sono attribuite per legge), potrebbe dar corpo a tutta una serie di provvedimenti per lo sviluppo ed il rilancio della nostra terra che vogliamo brevemente richiamare: programmazione infrastrutturale realmente aderente alle necessità del territorio; creazione di aree a fiscalità avvantaggiata per attrarre investimenti (porto di Gioia Tauro); programmazione complessiva dello sviluppo delle aree a vocazione turistica con piani di intervento settoriali, territoriali e tematici (in modo da non disperdere aiuti europei in un rivolo di microiniziative a scarsa sopravvivenza); agevolazioni fiscali per il rilancio delle attività economiche in città (in tema di IRAP e semplificazioni della burocrazia); adeguamento dello standard qualitativo dei servizi primari (introduzione della differenziata, investimenti per il riciclo, adeguamento del ciclo delle acque cittadine, manutenzione del verde etc.); adeguamento e razionalizzazione dei servizi sociali con una maggiore partecipazione del mondo del volontariato e di quello del sistema cooperativistico; riutilizzo del patrimonio immobiliare del Comune (e dell’intera Provincia) in ottica di sviluppo di rete di percorsi e manifestazioni culturali.

Potremmo continuare a lungo, ma sono tutte proposte che abbiamo già veicolato al governo cittadino e provinciale e delle quali seguiremo il percorso in questi anni di amministrazione.

Dunque, in un momento di crisi così profondo per il nostro Paese bisogna trovare gli stimoli per andare avanti, proseguire nel cammino per lo sviluppo, centrando la misura dei problemi e partecipando attivamente alla loro risoluzione: è questo che PA.C.E. si propone nel dar corpo alla fiducia ricevuta dai cittadini.

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Author: Cristina

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