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Di seguito la nota diffusa dalla Questura di Reggio Calabria, Squadra Mobile
All’esito delle investigazioni condotte da Agenti della Sezione Criminalità Organizzata della Squadra Mobile di Reggio Calabria e del Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine Polizia di Stato (diretti dal Vice Questore Aggiunto Diego TROTTA, e coordinati dal Dirigente della Squadra Mobile Renato CORTESE) già parzialmente culminate, lo scorso 28 settembre, nell’esecuzione di cinque fermi d’indiziato di delitto nell’ambito dell’operazione “Agathos” – il G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, Dott. SABATINI, accogliendo pienamente le richieste formulate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria, Direzione Distrettuale Antimafia (anche la richiesta d’applicazione della misura coercitiva in argomento è stata sottoscritta dal Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Reggio Calabria Dott. Giuseppe Pignatone e dal Sostituto Procuratore della Repubblica Dott. Giuseppe Lombardo) ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico, complessivamente, di 12 indagati tutti accusati di appartenere alla struttura decisionale di vertice della nota e potente ‘ndrina TEGANO, operante nel “Locale” di ‘ndrangheta di Archi, a Reggio Calabria.
Un “Locale”, quello di Archi, che unanimemente viene considerato il più influente del Capoluogo reggino ed uno dei più influenti dell’intera Provincia.
Gli indagati colpiti dalla misura cautelare in carcere sono:
1. TEGANO Giovanni, nato a Reggio Calabria, cl. 1939, in atto detenuto, capo incontrastato dell’omonima cosca, tratto in arresto il 26 aprile di quest’anno dopo oltre due decenni di latitanza a Terreti;
2. POLIMENI Carmine, nato a Reggio Calabria, cl. 1980, in atto detenuto, già tratto in arresto nel corso dell’operazione del 26 aprile che ha portato alla cattura del suocero TEGANO Giovanni;
3. SICILIANO Giancarlo, inteso “Occhi di fuori”, nato a Reggio Calabria, cl. 1979 in atto detenuto, anch’egli già tratto in arresto nel corso dell’operazione del 26 aprile che ha portato alla cattura di TEGANO Giovanni;
4. CRUDO Michele, nato a Reggio Calabria, cl. 77, in atto detenuto poiché già arrestato in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla DDA di RC ed eseguito lo scorso 28 settembre;
5. MOIO Roberto, nato a Reggio Calabria, cl. 64, ivi residente in atto detenuto poiché già arrestato in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla DDA di RC ed eseguito lo scorso 28 settembre;
6. POLIMENI Domenico, inteso “Mico”, nato a Reggio Calabria, cl. 76, in atto detenuto poiché già arrestato in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla DDA di RC ed eseguito lo scorso 28 settembre;
7. POLIMENI Stefano, nato a Reggio Calabria, cl. 87, in atto detenuto poiché già arrestato in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla DDA di RC ed eseguito lo scorso 28 settembre;
8. POLIMENI Davide Carmelo, nato a Reggio Calabria, cl. 74, in atto detenuto poiché già arrestato in esecuzione del decreto di fermo emesso dalla DDA di RC ed eseguito lo scorso 28 settembre;
9. FRACAPANE Carmelo Ivano, inteso “Melo”, nato a Reggio Calabria, cl. 1988, arrestato ieri sera;
10. FRACAPANE Giovanbattista, inteso “Gianni”, nato a Reggio Calabria, cl. 1987, arrestato ieri sera;
11. TRIMBOLI Francesco Santo, inteso “Ciccio Mercatone”, nato a Reggio Calabria, cl. 1963 arrestato ieri sera;
12. BARILLA’ Antonino, inteso “Nino”, nato a Reggio Calabria, cl. 1961, arrestato ieri sera, sindacalista della UIL TRASPORTI di cui è componente della Direzione Regionale.
Come si vede, tra gli arrestati figura il sindacalista Antonino BARILLA’ localizzato dalla Polizia di Stato, nella serata di ieri, presso la sua abitazione.
Al BARILLA’ viene contestato di aver con reiterate minacce, costretto i quadri Dirigenti della ditta denominata “Soc. Coop. New Labor”, società associata al “consorzio Kalos” – ed incaricata dalla Società Trenitalia S.p.A. (in qualità di stazione appaltante) di gestire i lavori di manutenzione e pulizia dei convogli ferroviari presso la Stazione Centrale e la c.d. “Platea Lavaggio” di Reggio Calabria – a versare mensilmente, a titolo di tangente, una somma non inferiore a 1.800,00 €uro, affinchè non trasmettesse, quale atto del proprio ufficio, in qualità di sindacalista della società TRENITALIA S.p.A., la segnalazione di violazioni al Testo Unico sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, procurando a sé un ingiusto profitto, con conseguente danno economico per l’indicata “Soc. Coop. New Labor”.
Al sindacalista viene contestata anche l’aggravante prevista dall’art. 7 del D.L. n. 152/91, convertito nella L. 203/91, per aver con tali condotte agevolato l’attività dell’associazione mafiosa “TEGANO” di Archi di Reggio Calabria ed avvalendosi delle modalità mafiose attraverso le quali la stessa operava.
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