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Riceviamo e pubblichiamo:
L’ordinanza di sgombero avente ad oggetto il rilascio della struttura di via Mortara emessa dal comune di Reggio Calabria e notificata agli operatori commerciali che la occupano con un “abusivismo di necessità” dal novembre 2011 è un atto dovuto, tardivo ed illegittimo.
Gli operatori, mentalmente, avevano già sgomberato il mercato di via Mortara allorquando, nei primi giorni del mese di settembre avevano richiesto il completamento delle opere di via Mortara dichiarando la disponibilità a trasferirsi in altro sito che l’amministrazione avrebbe dovuto indicare per evitare l’interruzione di un pubblico servizio. Peraltro con determina del 13 settembre 2013 n. 2157 gli operatori hanno avuto revocata l’assegnazione dei magazzini di via Aspromonte atteso che la vecchia e fatiscente struttura è stata destinata a parcheggio e verde pubblico.
Nella circostanza annunciavano azioni legali per ottenere il risarcimento dei danni subiti dal colpevole comportamento di una amministrazione comunale che già dal 1996 aveva avviato la costruzione del nuovo Centro Agroalimentare di Mortara promettendo, annualmente, agli operatori che era imminente il trasferimento nella nuova struttura.
Nonostante le promesse l’opera non è stata completata, i lavori sono sospesi a causa della rescissione del contratto d’appalto con la società LAFATRE che intanto ha avuto riconosciuto da un arbitrato romano, nella contumacia dell’amministrazione comunale, ben 26 milioni di euro, il tutto mentre si attende di conoscere le determinazioni comunali per il completamento del “Progetto integrato”.
L’ordinanza di sgombero produce:
– il blocco delle attività degli operatori commerciali all’ingrosso con centinaia di nuclei familiari che non avranno più un reddito;
– la mancata fornitura di frutta e verdura veicolata attraverso il mercato che rappresenta il 50% del fabbisogno locale;
– l’interruzione di flussi commerciali che troveranno altri canali a danno irreversibile del sistema commerciale cittadino;
– una inevitabile lievitazione dei costi dei prodotti agroalimentari a discapito dei consumatori;
– un danno ai piccoli e grossi produttori agricoli locali che si vedono improvvisamente negata la commercializzazione dei loro prodotti;
– un inaspettato vantaggio alla grande distribuzione organizzata che assorbirà e sostituirà i tradizionali equilibri di distribuzione dei prodotti ortofrutticoli.
Nonostante tutto gli operatori rispondono ad un atto ingiusto e dannoso: “obbedisco”. Bevono la “cicuta” nel nome della legalità che hanno invocato.
Non contestiamo il provvedimento di sgombero che non poteva non essere adottato quanto invece la sua illegittimità per la mancanza di un accenno alle alternative possibili per non interrompere un servizio pubblico. Per non creare un notevole, permanente ed irreversibile, danno economico ad oltre 300 famiglie, ai consumatori, alla economia cittadina e disagi incalcolabili ai commercianti al dettaglio, ai produttori agricoli della provincia di Reggio Calabria all’immagine stessa della Città, unica in Italia a non avere una struttura per il commercio all’ingrosso dell’agroalimentare.
In tutti questi anni, ma anche nell’ultimo anno, perché si è pensato soltanto a dismettere la struttura di via Aspromonte e non anche a trovare soluzioni provvisorie ed alternative a via Mortara ovvero al trasferimento delle attività commerciali in altri siti?
Una Amministrazione può accorgersi soltanto dopo due anni del pericolo per la pubblica sicurezza ed incolumità e del pregiudizio igienico-sanitario ed ambientale che l’occupazione di ambienti incompleti e non collaudati determina?
E’ colpevole acquiescenza, è frutto di mancata di vigilanza, di negligente sottovalutazione di un pericolo alla pubblica sicurezza, vi è stata una obiettiva difficoltà a ricercare soluzioni di trasferimento delle attività o non è stata avviata per tempo una ricerca di questo tipo? O al contrario rappresenta un comodo, formale tentativo di porsi al riparo da eventuali responsabilità incurante degli interessi della comunità?
La struttura commerciale di via Mortara perché non è stata completata dopo la rescissione del contratto con la società Lafatre del 12.11.2010 così come prevedeva l’ordinanza sindacale del 05.04.2011 che prevedeva la conclusione dei lavori in meno di un anno?
Perché non è stata avviato il contratto per la fornitura di energia elettrica? Perché non è stato ancora accatastato lo stabile? Perché a distanza di un anno dall’esito delle prove per la idoneità statica non si è proceduto agli ulteriore adempimenti? Perché tanta colpevole indifferenza?
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