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Nella giornata di lunedì i carabinieri della Stazione Rione Modena hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare di sottoposizione agli arresti domiciliari nei confronti di C.M. classe 72, dipendente dell’esercizio commerciale Blockbuster, accusato del reato di violenza sessuale.
Le indagini partono dalla denuncia di una ragazza reggina relativa a fatti verificatisi a metà settembre 2011. La stessa ha riferito ai carabinieri di aver letto un’inserzione sul sito www.subito.it per assunzioni presso il negozio Blockbuster di Reggio Calabria e di aver aderito con una mail di risposta. Poco tempo dopo veniva contattata telefonicamente e le veniva fissato un appuntamento presso il negozio sito in Via Aschenez. La giovane veniva accolta da un dipendente incaricato della selezione del personale, il quale veniva riconosciuto dalla voce come colui che l’aveva chiamata al telefono.
La ragazza veniva indirizzata in un magazzino sul retro del negozio in uno spazio angusto ove veniva fatta sedere su uno sgabello. Da subito il giovane iniziava a fare complimenti sull’aspetto esteriore della ragazza chiedendole di fare un giro su stessa per poterne apprezzare il fisico, e chiedendole altresì se avesse intenzione di fare la modella aggiungendo che ne avrebbe avuto le caratteristiche, iniziando ad insinuare con insistenza che però per lavorare occorre sempre fare compromessi ed essere “disponibili al 150%”. La ragazza rispondeva di non voler fare la modella ma semplicemente di essere interessata al lavoro presso il negozio, ma di non essere disponibile ad alcun tipo di compromesso.
L’uomo a quel punto si avvicinava alla ragazza porgendole una t-shirt con il logo Blockbuster e chiedendole con tono deciso e intimidatorio di indossarla. Alle resistenze della giovane l’uomo insisteva nel chiedere di indossarla e senza il reggiseno. La ragazza, in uno stato di soggezione e timore cercava di cambiarsi repentinamente la maglietta come richiesto e in quel frangente veniva palpeggiata dall’uomo sul petto. La giovane si ritraeva immediatamente dicendo che lei non era lì per farsi palpeggiare o toccare ma solo per il posto di lavoro. Il dipendente invece ribadiva che la stessa doveva essere disponibile al “150 %”, chiedendole anche di svestirsi dei pantaloni ed indossare quelli del negozio, proposta che la giovane rifiutava categoricamente, allontanandosi dal magazzino. L’uomo la salutava proponendole di incontrarsi nuovamente per mostrarle il funzionamento del lettore del codice a barre delle casse, specificando in maniera evidentemente inequivoca che ciò sarebbe potuto avvenire però solo in orario di chiusura quando c’era solo lui all’interno del negozio. La giovane non accettava tale invito e si determinava nel denunciare il tutto ai carabinieri.
A seguito di accertamenti effettuati dalla Stazione Rione Modena, considerando la denuncia della giovane credibile e spontanea, il PM ha richiesto ed ottenuto dal GIP l’emissione di misura cautelare nei confronti dell’incaricato delle selezioni del personale, sottolineando la condotta dell’indagato che aveva agito nella qualità di incaricato della supervisione della gestione dei colloqui, approfittando della qualità della persona offesa (disoccupata e pertanto bisognosa di un impiego), abusando quindi della condizione di inferiorità psichica della giovane.
Si indaga sulla possibile esistenza di eventuali episodi analoghi.
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