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L’annuncio dell’assessore Plutino, che il problema rifiuti urbani troverà piena soluzione entro domenica, non può che essere accolto con vivo compiacimento. Eppure le polemiche di questi giorni, troppo spesso strumentali, tutte tese alla continua ricerca di responsabilità piuttosto che di soluzioni reali, a quella che stava profilandosi come un emergenza, deve portare naturalmente l’intera classe politica a riflettere.
Lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani costituisce uno dei problemi più impellenti cui le Amministrazioni devono dare risposta. Problema che, abbiamo visto, può diventare emergenza in tempi piuttosto rapidi: in media, un cittadino italiano produce 1,5 Kg di spazzatura al giorno e dunque, se pensiamo ad una città come Reggio, che conta circa 160mila abitanti, avremo facilmente le dimensioni del problema (circa 240mila kg al giorno).
Eppure, lo smaltimento dei rifiuti può, e secondo noi di PA.C.E. deve, da problema, diventare una risorsa economica, per la nostra provincia e per tutta la regione.
In merito, la direttiva 75/442 della CEE (e le successive integrazioni e modifiche) stabilisce chiaramente la gerarchia di smaltimento dei rifiuti, indicando nel contempo la via da seguire per trasformarli in risorsa: prevenzione, riciclo, recupero energetico, smaltimento sicuro.
Vogliamo, in questa breve nota, dare indicazioni sui due passaggi fondamentali che riguardano il riciclo e il recupero energetico.
Il riciclo consiste nel riutilizzo di una parte delle materie contenute nei rifiuti opportunamente separati. La separazione coinvolge direttamente il cittadino attraverso la raccolta differenziata: raccolta che deve avvenire in modo consapevole, perché deve essere reso chiaro che una gestione adeguata dei rifiuti concorre non solo alla salvaguardia dell’ambiente in cui viviamo ma anche al mantenimento di una economia eco-sostenibile che avrà effetti positivi sull’intera comunità. Dunque, oltre ad un buon programma informativo, che renda edotto il cittadino sulle implicazioni positive che posso discendere dalla raccolta differenziata si possono immaginare anche percorsi che premino i virtuosi con l’abbattimento delle TARSU in proporzione alla quantità di rifiuti effettivamente riciclata.
Quando la raccolta differenziata avrà raggiunto l’obiettivo minimo del 35% si potrà dar corso allo step successivo: il riciclo.
Tra i materiali da riciclare ci sono carta, plastica, vetro, ma anche rifiuti da lavorazioni edili (da cui è possibile trarre inerti da reimpiegare), alluminio e ferro: senza dimenticare la parte umida dei rifiuti che, attraverso appositi composter, può essere facilmente e naturalmente trasformata in fertilizzante da impiegare in agricoltura o giardinaggio. Anche in questo caso una buona azione amministrativa potrebbe immaginare di dotare i proprietari di giardini o orti con superficie superiore ai 150 mt di composter in cui riciclare direttamente i propri rifiuti (pensiamo a tutte le frazioni collinari della nostra città).
Infine, con un minimo intervento pubblico (in termini economici), si può prevedere la nascita di uno o più poli per il riciclo, che darebbero oltretutto occasione di lavoro.
L’altro elemento di riflessione è quello relativo al recupero di energia dal ciclo dei rifiuti.
Tecnicamente il CDR (combustibile derivato dai rifiuti) è costituito da una percentuale pari al 65% di quanto viene normalmente avviato in discarica. Una frazione dunque molto significativa che potrebbe essere venduta (dopo averla idoneamente confezionata) o avviata ad un impianto dedicato: anche in questo caso noi di PA.C.E. crediamo che sarebbe utile riflettere senza preconcetti su questa opportunità, tendendo presente che gli attuali standard tecnologici consentono un abbattimento delle emissioni residue in natura dimezzato rispetto ai limiti imposti dalla normativa e che, in ogni caso, si tratterebbe di una porzione significativamente inferiore rispetto ai costi, in termini di impatto ambientale, di produzione tradizionale di energia e di smaltimento dei rifiuti.
In conclusione PA.C.E. auspica che vengano prese in seria considerazione le tematiche appena affrontate, perché da queste dipende in larga parte “la qualità” del futuro ambientale, economico e sociale della nostra città e della nostra terra: con questa convinzione siamo pronti a dare fattivamente il nostro contributo in direzione di uno sviluppo eco sostenibile.
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