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E’ morto Tommaso Rossi.
Si è concluso quello che lui stesso aveva definito il “Lungo Cammino: dall’Aspromonte a Strasburgo”, nel libro con il quale ha raccontato la sua vita; anzi la vita di chi ha scelto di combattere per gli ideali e per la propria terra. Tommaso, infatti, nato in piena epoca fascista (1927) ha fatto parte di quella generazione che con la liberazione dal fascismo assaporò l’idea di libertà. Subito quindi, da giovanissimo, seguì le orme del fratello Ninetto un pò più grande di lui e che ha rappresentato forse per Tommaso il più grande esempio, ma dal quale fù prematuramente lasciato per colpa di una malattia inesorabile.
Come Ninetto abbracciò con passione le lotte contadine tentando di affrancare un popolo – il suo popolo; quello di Cardeto prima e poi la classe contadina reggina – dalla miseria della povertà; senza diritti, ed alla mercè dei proprietari terrieri che li sfruttavano.
Subito si iscrisse insieme al fratello e ad altri suoi compaesani al PCI che costituì il suo viatico e come Ninetto ne abbracciò le idee.
Furono gli anni in cui Cardeto da paese sperduto divenne un esempio da seguire e che espresse Sindaci come l’avv.to Pannuti e Paolo Suraci che costituirono l’interfaccia istituzionale di quell’impegno politico volto al riscatto di quella comunità.
Da allora tanti anni sono passati ma certamente la storia di Tommaso merita di essere raccontata ai posteri perché rappresentò l’esempio di una classe dirigente seria ed autorevole convinta che attraverso l’impegno politico si potevano sollevare le sorti delle classi proletarie e contadine e soprattutto della sua terra, la Calabria. Di quella classe politica che si era conquistata autorevolezza sul campo, dormendo nei pagliai con i contadini, girando in lungo ed in largo la provincia.
Le lotte contadine gli diedero una preparazione politica di alto profilo. Basti pensare che nel 1951 organizzò, insieme agli atri dirigenti reggini, l’arrivo in città di Togliatti e nell’anno successivo si impegno con gli altri dirigenti del Partito ad aiutare gli abitanti vittime della grande alluvione. Si questo era il PCI.
Il suo impegno fù gratificato dal Partito il quale gli attribuì ruoli egemoni per decenni; così passò da Segretario di Federazione a Segretario Regionale a membro del Comitato Centrale. Contemporaneamente congiunse al ruolo di dirigente di Partito, l’impegno istituzionale. Così il partito lo volle Consigliere Comunale della città, consigliere Regionale ed infine anche Deputato Europeo; cammino che egli volle raccontare appunto nel suo libro perché certamente era motivo di orgoglio per chi, nato nel profondo Aspromonte riuscì a scrivere pagine importanti anche a livello europeo.
La storia di Tommaso si intreccia con cinquant’anni di storia reggina e calabrese e che grazia ai tanti come Tommaso oggi si può dire che i contadini sono risorti dalla miseria e dallo sfruttamento, Cardeto non è più uno sperduto paese dell’entroterra ed in generale le tante battaglie sociali hanno contribuito ad elevare civilmente e socialmente questo lembo di terra del profondo Sud.
Personalmente ricordo Tommaso non solo come autorevole Dirigente del PCI ma anche come stimato amico, con il quale mo sono confrontato su tante tematiche e questioni politiche e sociali, percependo la sua delusione per un’amministrazione cittadina in progressivo declino sociale, come viva delusione suscitavano in Tommaso le scelte dell’attuale PD; scelte sempre più lontane da quei valori ideali del PCI, e tengo tra le mie letture il suo libro che mi regalò, con una sua dedica in occasione della presentazione presso la sede della Circoscrizione di Ravagnese alla presenza di tanti anziani che lo avevano conosciuto lungo il suo lungo cammino di battaglie ideali e di lotte per la liberazione. Speriamo che le belle pagine del suo libro possano trovare nelle giovani generazioni la prosecuzione delle idee e dei valori oltre che della sua passione politica.
Il Segretario provinciale del PdCI
Lorenzo Fascì
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