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Riceviamo e pubblichiamo:
Mi chiamo Rosaria Vazzana e sono la madre di Fabio Giardiniere, detenuto da tre anni.
In tutto questo periodo mi sono rivolta alle varie autorità, compreso il Presidente della Repubblica; ho fatto denunce, ho chiesto aiuto. Mio marito è disabile e mia nuora (madre di una bambina di cinque anni) affetta da sclerosi multipla, motivi per i quali siamo impossibilitati a far visita a mio figlio lontano da Reggio e quando si raggiunge ormai una determinata età, la paura di non poter vedere più i propri figli è più forte di ogni altra cosa. Nelle mie richieste e denunce non ho fatto altro che chiedere di avere mio la possibilità di poter andare a trovare mio figlio. Durante una mia denuncia mi è stato addirittura detto: “Signora, non è obbligatorio che vediate vostro figlio”.
Nei giorni scorsi è stato condannato a ventisei anni di reclusione, era detenuto nella casa circondariale di Reggio Calabria, ma purtroppo è stato trasferito a Viterbo. Tra tutti gli imputati del processo “Epilogo” SOLO lui è stato allontanato ed io mi chiedo se tutto questo non sia la conseguenza delle mie denunce a carico di rappresentanti della giustizia.
Se fossi stata omertosa e non avessi cercato di far valere i miei diritti, forse avrei avuto la possibilità di poterlo riabbracciare. Qualche giorno fa il Procuratore, Federico Cafiero De Raho, ha affermato che la gente non denuncia. Mi auguro che si riferisse a tutte le denunce relative ad abusi, sia da parte dei delinquenti, sia da parte di chi approfitta del proprio potere. Se denunciare organi della giustizia farà ottenere i risultati che ho ottenuto io, credo che le denunce saranno sempre meno.
Non credo di essere l’unica persona che in Italia subisce lo strapotere della magistratura, ecco perché propongo di scrivere nelle aule di tribunale “LA LEGGE NON È UGUALE PER TUTTI”.
Rosaria Vazzana
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