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Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta di una mamma indirizzata al Presidente della Regione Calabria, al Presidente della Provincia di Reggio Calabria, al Sindaco del Comune di Reggio Calabria e al direttore generale dell’Azienda sanitaria provinciale di Reggio Calabria sul rischio chiusura del centro “Armonia”:
Può sembrare una storia inventata, ma, purtroppo, è la realtà. Sono una madre di un ragazzo psicolabile, di cui da vent’anni mi occupo a tempo pieno e a trecentosessanta gradi. Mi occupo delle sue esigenze in tutti i momenti della giornata. Per tanti anni mi sono rivolta agli assistenti sociali per sapere se nella nostra città vi fosse una struttura in cui mio figlio avrebbe potuto trascorrere del tempo ed essere, in qualche modo, avviato ad uscire dalla sua apatia.
Mi si rispondeva che non vi erano centri idonei e quelli che c’erano erano al completo. Per puro caso venni a conoscenza dell’esistenza del centro “Armonia”. Mi rivolsi al dottore del centro il quale, con prontezza, esaudì la mia richiesta. Da quel giorno mi sento più sollevata: mio figlio finalmente ha interesse ad uscire di casa, recarsi al centro, incontrare altri ragazzi. Coloro i quali frequentano questo centro sono ragazzi che hanno bisogno di poco per recuperare, ma quel poco possono offrirlo solo strutture come il centro “Armonia”.
Durante le ore in cui mio figlio si trova in tale struttura, insieme agli altri ragazzi (parlo anche a nome di tutte le famiglie con il mio stesso problema), si avvale del costante aiuto di diverse figure professionali, quali un medico psichiatra, una psicologa, un infermiere, vari educatori psicosociali, nonché di animatori che intrattengono i ragazzi con attività di gruppo.
Tali attività prevedono dei laboratori che spaziano dal campo artistico a quello teatrale, musicale, sportivo, cognitivo, pratico-manuale etc. Questo centro è nato come associazione di volontariato. Ha lottato per restare a galla con dei piccoli finanziamenti provenuti dal Centro servizi al volontariato.
Da più di un anno, però, siamo stati abbandonati da tutte le istituzioni, cosicché la mancanza di finanziamenti duraturi sta portando alla chiusura della struttura. Noi famiglie, nel nostro piccolo, cerchiamo di dare un contributo che, purtroppo, non è sufficiente a coprire le spese : il canone di locazione, le bollette, le spese varie e l’operato delle figure che vi prestano servizio gratuitamente.
Tutti i genitori dei ragazzi che frequentano il centro “Armonia” , nonché la sottoscritta, chiedono alle istituzioni di non essere dimenticati e di avere la possibilità di dare ai propri figli l’opportunità di diventare delle persone autonome e, perché no, anche dei soggetti utili alla società. Chiediamo troppo? Solo un po’ di dignità…
Maddalena Mammoliti
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