Reggio Calabria, l’Associazione Idearee presenta il progetto “Arance rosse di Calabria Diari d’emergenza”

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Con l’obiettivo di sostenere l’arte e la cultura contemporanea  l’Associazione Idearee presenta il suo primo progetto: Arance rosse di Calabria. Diari d’emergenza. Due giorni di documentari, video e fotografie per riflettere sulle emergenze del mondo contemporaneo attraverso lo sguardo di cinque giovani creativi, Sophia Luvarà, Giuseppe Colonese, Michele Tarzia, Vincenzo Vecchio e Fabio Itri, e di un grande protagonista del cinema del Novecento da poco scomparso, Vittorio De Seta. 

File rouge delle opere in mostra è la Calabria, sullo sfondo Rosarno, Pentedattilo, Reggio. Ma a ben guadare gli spazi rappresentati non sono geograficamente definibili. Qui come altrove, chi abita le scene sono molteplici e mutevoli individui alla ricerca di un’identità.

Sul diario si scrivono le pagine della quotidianità, si annotano i fatti, si riassumono i pensieri, si concretizzano le immagini del nostro tempo. Lampedusa si abbissa sotto il peso dei migranti e poi si innalza, galleggia come un salvagente in un oceano di paure e di solitudine. E’ una miscellanea di lingue, tradizioni, religioni, miti, memorie, ricordi.

Dall’Europa all’Africa, l’emergenza sociale è in corso. Meno di un anno fa è la Primavera Araba, nel 2010 è Rosarno, nel 2008 è Castelvolturno, nel 2005 sono le banlieue di Parigi. La bomba è scoppiata, mettendo in crisi i già precari equilibri mondiali, come un nuovo 1989, ancor più devastante considerando la grave crisi economica dell’ Occidente. 

Molte ricerche artistiche contemporanee s’interrogano sugli scenari di guerriglia urbana e sociale sopra descritti, esplorando temi come l’emigrazione, l’integrazione, la convivenza tra culture e individui differenti. 

La comunità con le sue intrinseche contraddizioni è la protagonista dei Diari d’Emergenza, momento di riflessione su una probabile quanto necessaria ridefinizione di un’identità che, costretta ad uscire dalle sue certezze, si trova davanti a frontiere sconosciute.

Artisti e opere:

Vittorio De Seta, Articolo 23, corto 2009.

Vittorio De Seta (Palermo, 1923 – Sellia Marina, 2011) dopo aver frequentato a Roma la Facoltà di Architettura, interrompe gli studi universitari per dedicarsi al cinema. I documentari che realizza negli anni Cinquanta, ambientati prevalentemente in Sicilia e Sardegna, descrivono con grande forza espressiva i modi di vivere del proletariato meridionale, come “Lu tempu de li pisci spata”, 1954; “Isole di fuoco”, 1955; “Un giorno in Barbagia”, 1958; “Pescherecci”, 1959 e nello stesso anno “Pastori di Orgosolo”, da cui trarrà ispirazione per “Banditi a Orgosolo”, 1961, suo primo lungometraggio che vince il premio Opera Prima al Festival di Venezia e il Nastro d’Argento alla migliore fotografia. Il 1966 è l’anno del suo secondo lungometraggio, “Un uomo a metà”; nel 1970 si trasferisce in Francia per girare “L’invitata”. Tornato in Italia realizza nel 1972 per la Rai “Diario di un maestro”, film televisivo in quattro puntate, che segna per De Seta l’inizio di una lunga collaborazione con la Rai. Negli anni Ottanta si trasferisce a Sellia Marina in provincia di Catanzaro. Nel 1998 torna dietro la macchina da presa per offrire un ritratto della gente che vive “In Calabria”. Nel 2004 gira “Lettere dal Sahara” presentato, fuori concorso, alla Mostra di Venezia del 2006. Nel 2009 De Seta gira a Pentedattilo “Articolo 23”, cortometraggio sui diritti umani, in cui reinterpreta l’articolo 23 della Dichiarazione dei Diritti Umani stipulati nel 1948 dalle Nazioni Unite.

Sophia Luvarà, Arance Rosse di Calabria, documentario 2011.

Sophia (Reggio Calabria, 1982) vive a Londra dal 2007, dove ha frequentato il Documentary filmmaking course presso la London Film Academy. La ricerca della filmmaker muove da un approccio antropologico che attraverso il linguaggio documentaristico travalica i confini della pura narrazione definendo caratteri, costumi e contraddizioni della società contemporanea. Nella sua filmografia: “Road to Fureidis”, 2011, Israele, presentato allo Shortcut London film festival; “The Great Mafia Orange Squeeze”, 2011 presentato all’ African world documentary film festival; “Pixelated relations”, 2010, presentato allo Sheffield documentary film festival ‘Digirevolution’ competition; “What are you thinking?”, 2010, Video installazione; “Lost in Shanghai”, 2009, Cina, presentato allo ‘Shortcut’ London film festival; “Birdie” e “Virgin Births”, 2008. Arance Rosse di Calabria” racconta dei “fatti di Rosarno”, ovvero ciò che accadde nel gennaio 2010, quando due abitanti di questo piccolo paese della provincia di Reggio Calabria sparano per gioco o per provocazione a due immigrati.

Giuseppe Colonese, Red Onion Factory, video monocanale 2010.

Giuseppe Colonese (Cosenza, 1977) vive e lavora a Cosenza. Docente di discipline pittoriche e video-maker, ha studiato Arti Visive e Discipline dello Spettacolo all’Accademia di Belle Arti di Catanzaro. Si occupa di cinema sperimentale e di videoarte sia come autore che come studioso e curatore di eventi. Suoi video sono stati selezionati per importanti mostre d’arte e festival nazionali ed internazionali, tra cui: DigitalStilnovo (sezione di videoarte della rassegna itinerante Italian experimental cinema a retrospective); Animaction (Filmstudio, Università la Sapienza, Roma 2005); KortoKalabro (Catanzaro 2007); Genius Loci (sezione video di Arti Meridiane Lab, Catanzaro, Cosenza, Reggio Calabria, Roma, Barcellona 2007); Onvideo-Plasticsupreme (Happenstudio, Berlino 2008); Festival di Altomonte (Altomonte, ed. 2008 e 2011); 2VIDEO (Undo.net dal 2008); 54° esposizione internazionale d’arte della Biennale di Venezia (2011). Di recente ha esposto presso la mostra di videoarte Corpo Elettronico. Videoarte Italiana tra materia segno e sogno (Catanzaro 2012). Ha curato diverse rassegne ed eventi, tra cui: ImmaginAzione (Cosenza, Firenze 2003-2005), OmbrElettriche (Cosenza, 2003); e dal 2002 il progetto itinerante di video-performances EPIFANIE. “Red Onion Factory” ha come soggetto le cipolle rosse di Tropea, e la loro lavorazione: una pratica antica e privata, rielaborata per scopi pro-duttivi e così resa reiterante e alienante.

Michele Tarzia e Vincenzo Vecchio, Méduses, corto 2012; Percorso#02, corto 2012.

Michele Tarzia (Vibo Valentia, 1985) vive a Reggio Calabria. Dopo aver conseguito il diploma di maturità artistica in “Disegno Animato”, attualmente frequenta il corso di Specializzazione in Scenografia presso l’Accademia di BB.AA. di Reggio Calabria. Vincenzo Vecchio (Vizzini, 1984), vive a Reggio Calabria. Nel 2003 consegue la maturità artistica in Design ed attualmente frequenta il corso di Scenografia presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria. Filmmakers indipendenti, nel 2011 formano il M.i.l.c. – Movimento Indipendente per il Linguaggio Cinematografico, un contenitore di idee e riflessioni sul cinema e le arti visive. Nel 2011 realizzano una serie di video incentrando la loro ricerca visiva sulla figura umana, come “Cio Dubbi e Sguardi sulla città”, presentato al Laura Film Festival ed all’ Epizephiry International Film Festival; nello stesso anno realizzano “L’insostenibile leggerezza dell’essere statua”, il primo film documentario che racconta la vita di una statua vivente. Nel 2012 vincono con un soggetto per lungometraggio il bando del Mibac- Direzione generale per il cinema, per le migliori sceneggiature di artisti under 35. Attualmente lavorano alla scrittura del film “La ricerca del rinoceronte”. I corti “Méduses” e “Percorso#02”, sono un viaggio nell’esperienza nel mondo dei migranti. L’uno affronta le difficoltà e i movimenti del “viaggio”, l’altro dell’esistenza. 

Fabio Itri, 7.o1.2o11 | un anno dopo, fotografie, 2011.

Fabio Itri (Reggio Calabria, 1978), vive e lavora a Reggio Calabria. Laureato in Filosofia, si specializza in Comunicazione Pubblicitaria. Da autodidatta approda alla fotografia e i suoi scatti sono soprattutto street e portraits: strade come oasi di passanti di cui l’ obiettivo coglie fratture, ombre, gioie e dolori, mentre il paesaggio urbano è sfondo quasi costante dei suoi soggetti. Sue foto sono state pubblicate sulle riviste E’ Lifestyle, Potpourri Creativo e Left. 7.o1.2o11 | un anno dopo mette insieme una serie di fotografie, montate su un materiale povero come il cartone, scattate ad un anno dai “fatti di Rosarno” del 2010.

Idearee (www.idearee.it)

Idearee è un’associazione di promozione sociale, nata a Reggio Calabria nel marzo del 2011. L’Associazione ha per missione l’ideazione, la realizzazione e la promozione della cultura contemporanea. In particolare, Idearee si propone di sostenere i giovani creativi e i progetti legati alle diverse espressioni artistiche attraverso lo studio e l’analisi del territorio in cui nasce e l’organizzazione di momenti di incontro e dialogo (dibattiti, mostre, eventi, etc), stabilendo relazioni con istituzioni ed enti pubblici e privati italiani e stranieri ai fini dell’organizzazione di iniziative comuni.

Idearee è un cortocircuito in divenire volto alla crescita e alla riflessione, alla critica e al dibattito, alla creazione di una rete che possa essere una piattaforma reale oltre che virtuale di dialogo.

Soci fondatori: Serena Carbone, Aurelia Arito, Domenica Garibaldi, Paola Chindemi, Ana Perdigao.

6-7 Aprile 2012
17.00 – 21.00
Via Georgia, 16 
Reggio Calabria
con il sostegno della Provincia di Reggio Calabria

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Author: Cristina

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