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La casa alloggio don Italo Calabrò della Piccola Opera Papa Giovanni, che da oltre 16 anni opera sul territorio di Reggio Calabria ed accoglie persone affette dal virus dell’HIV, nella ricorrenza della Giornata Mondiale di lotta all’Aids “Zero nuove infezioni, zero discriminazioni, zero morti Aids correlate”, vuole ricordare in particolare le persone che in questi anni sono state accolte e che ora non sono più tra noi, e chi dalla casa è passato ed oggi si trova inserito nella società ed infine chi oggi continua ad abitare la casa ed a condividerne il percorso.
Mentre si sta febbrilmente lavorando per scoprire il vaccino, questa malattia purtroppo continua a diffondersi e a provocare vittime. Gli Stati e gli organismi sanitari nel corso degli anni hanno promosso campagne di informazione e di prevenzione, e la celebrazione dell’1 dicembre è uno dei risultati.
Studi dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), tuttavia, mettono in evidenza che si è verificata in questi anni una involuzione culturale: sono moltissime le persone, soprattutto giovani, che non conoscono le vie di trasmissione di questa grave infezione. La diretta conseguenza di questa ignoranza è un frequente e importante ritardo nella diagnosi di malattia, con gravi conseguenze per la salute e l’aumento di possibilità di trasmissione del virus.
In Italia e in tutta Europa si assiste ad un aumento costante dei nuovi casi di infezione da HIV e a un contemporaneo abbassamento della guardia cui consegue una evidente diminuzione delle campagne di prevenzione, una scarsa attenzione dei media. Gli adolescenti e i giovani con meno di 20 anni hanno sentito parlare poco di HIV e AIDS, tanto è vero che il 30% delle persone affette scopre di essere sieropositiva solo quando si ammala di AIDS. Un giovane su cinque crede che si possa guarire dall’Aids.
La Piccola Opera Papa Giovanni con i suoi operatori intende, in questa giornata, rinnovare l’impegno quotidiano di tutti questi anni, e ribadire che il fenomeno aids, non può essere ridotto ad una questione infettivologica o addirittura di igiene pubblica e neppure sanitaria o sociosanitaria, ma è anche un problema sociale e culturale. Questa malattia interpella la scienza, la coscienza di ognuno di noi, e soprattutto la società civile.
Nel cuore della città la casa alloggio opera in silenzio, operatori ed ospiti insieme fronteggiano quotidianamente le diverse battaglie, accompagnate in questo percorso anche dalle Suore di Maria Bambina, consapevoli che ognuno ha la responsabilità di fare ogni giorno qualcosa di semplice ma allo stesso tempo importante e significativo, affinché non solo si conosca qualcosa di più sulla malattia e sulle forme di prevenzione, ma anche affinché ogni persona si possa sentire accolta rimuovendo ogni forma di stigma e di emarginazione.
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