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Gratta, gratta ed esce fuori il fascista che è sempre stato.
Le vergognose offese e i gratuiti insulti espressi dal presidente della Regione Calabria, Giuseppe Scopelliti, all’indirizzo dei valenti e coraggiosi giornalisti Enrico Fierro de “Il Fatto Quotidiano”, Roberto Galullo de “Il Sole 24 Ore” e Guido Ruotolo de “La Stampa”, evidenziano inequivocabilmente il pesante nervosismo e l’assoluta mancanza di lucidità che attanagliano il governatore calabrese, il quale, in pieno diluvio verbale e con piglio tipicamente squadrista, ha definito i suddetti giornalisti “cialtroni” e appartenenti ad una fantomatica “cricca”.
E’ un fatto, ormai, acclarato che Scopelliti non sia molto avvezzo al confronto dialettico e democratico, in quanto, come noto, disconosce e mal sopporta qualsiasi critica che può provenire dalla stampa e dagli operatori dell’informazione, poichè ammette soltanto l’esistenza della sua corte composta da prezzolati servi sciocchi e da inutili yes-men.
Scopelliti non accetta nessun contraddittorio che, rispetto ai tanti e inquietanti interrogativi emersi dalla nostra lineare opposizione e dalle inchieste della Magistratura, riguarda macroscopicamente gli anni della sua allegra gestione del Comune di Reggio Calabria, nella qualità di sindaco della città dal 2002 al 2010. Quasi un decennio di pessima amministrazione che ha prodotto una voragine finanziaria, certificata incontrovertibilmente dagli ispettori del Ministero dell’Economia e Finanze, di ben 170 milioni di euro.
E’ levidente che, per Scopelliti, questo sia proprio un periodo buio coniugato ad una lampante condizione di paura e insicurezza.
Infatti, il governatore deve tristemente prendere atto del crescente malumore e della unanime insoddisfazione dei calabresi, profondamente delusi dalla fallimentare attività amministrativa della sua giunta regionale che, fra l’altro, oggi si ritrova orfana del sostegno, della copertura e dell’aiuto degli amichetti, ormai senza potere e poltrona, dell’ex governo Berlusconi.
Una considerazione è, però, assolutamente obbligatoria.
Il presidente Scopelliti dovrebbe essere molto cauto nell’utilizzo delle singole parole. Accusa, infatti, vigliaccamente, i tre bravi giornalisti Fierro, Galullo e Ruotolo di far parte di una sedicente cricca. Davanti al termine cricca crediamo che sia necessario, anzi indispensabile, fermarci un attimo e riflettere.
Poiché siamo fermamente convinti, con atti alla mano, che se di cricca si deve parlare, non si può fare a meno di ricordare la cricca, famelica e ingorda, composta da ben determinati personaggi, i quali, nei molteplici ruoli apicali ricoperti all’interno del comune di Reggio durante le amministrazioni del PDL, si sono arricchiti illecitamente e illegalmente sulla pelle e sulle tasche dei cittadini. Anche in questa circostanza lo sperpero di un vero e proprio fiume di denaro della collettività che, sempre secondo gli ispettori ministeriali, è stato intascato impropriamente da alcuni soggetti ben precisi.
Per ora, ci fermiamo qui !!!
Però, da cittadino reggino, e a nome della stragrande maggioranza di reggini onesti e laboriosi, al contrario di Scopelliti, mi permetto di ringraziare pubblicamente i giornalisti Enrico Fierro, Roberto Galullo e Guido Ruotolo per quello che hanno fatto e, speriamo, per quello che continueranno a fare. E’, infatti, anche grazie alla loro coraggiosa attività che la città e la Calabria hanno ottenuto l’uscita, seppur parziale, dal cono d’ombra informativo e mediatico, concetto caro al Procuratore Pignatone, grazie al quale la ‘ndrangheta, per troppi anni, ha regnato incontrastata il nostro territorio infestando e dominando la politica e l’economia, la società e le Istituzioni.
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1 thought on “Reggio Calabria, Ivan Tripodi (PdCI) su Scopelliti: “Gratta, gratta ed esce fuori il fascista che è sempre stato””