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Una rete di associazioni, l’ex consigliere regionale del Partito Democratico Giuseppe Giordano ed i rappresentati dell’ASP di Reggio Calabria hanno preso parte alla conferenza stampa tenutasi alla Sala Levato del Consiglio Regionale. Erano presenti, fra gli altri, Arturo Rocca dell’Osservatorio Diritto alla Vita, Lidia Liotta di Legambiente, Angelo Rossino per Articolo 32, Padre Giovanni Ladiana di ReggioNonTAce, Bruno Ienco della Pro Loco di Bagnara Calabra, Vincenzo Crea referente dell’ANCADIC Onlus, l‘ideatrice della pagina Carmela Centorrino, l’ematologo Dott. Vincenzo Callea, Rosanna Marcelli per la Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i Tumori) e Nuvola Rossa di Villa San Giovanni
Quello che si è chiesto a gran voce è l’istituzione del Registro Tumori che tarda ancora oggi ad arrivare.
Tutti hanno mostrato il loro disappunto sulla vicenda profilando una terra dei fuochi in Calabria che fa davvero paura, in cui manca l’attività di prevenzione ed il cui “modello sanità” mostra una Calabria fanalino di coda per la tematica dei malati oncologici.
“Sono necessarie indagini epidemiologiche – ha sottolineato Lidia Liotta di Legambiente – delle situazioni più rischio, ed è fondamentale prevedere delle politiche ambientali. Non ci sembra al momento che la politica vada in questa direzione, soprattutto nel settore dei rifiuti”.
I controlli sono pochi e spesso inadeguati e le istituzioni preposte non vengono messe spesso nelle condizioni di poter fare queste verifiche. L‘Osservatorio diritto alla vita raccoglie 34 associazioni e concentra la sua attenzione sul monitoraggio delle falde acquifere: “Abbiamo cercato di uscire dagli ambiti regionali per quanto riguarda le analisi di radioattività, – ha affermato Arturo Rocca – rivolgendoci ai laboratori francesi, per evitare il rischio della manipolazione. La gente deve riacquistare fiducia nell’acqua pubblica, risolvendo così in gran parte il problema dei rifiuti”.
Per il Dott. Giuffrida e la Dott.ssa Zappia, rappresentanti dell’Asp di Reggio Calabria, bisognerà attendere i tempi tecnici necessari per l’accreditamento del Registro Tumori. “Ci sono stati ritardi pericolosi – ha ricordato Giuffrida – che devono essere colmati e strumento eccezionale sarà il RT che avrà piena valenza scientifica”. Tutto ciò avverrà entro la fine del 2016, ha assicurato la Dott.ssa Zappia che nonostante le difficoltà a reperire le schede, sta procedendo con la sua squadra “a velocità notevole”.
E’ intervenuta anche la Dott.ssa Paola Serranò, medico oncologo, consigliere comunale, vice presidente Commissione politiche sociali e assetto del territorio: “Coinvolgerò i consiglieri comunicali, provinciali, regionali di questa città affinché il Registro Tumori possa essere uno strumento fondamentale, posto che sia realizzato da persone che possano trasformarlo in monitoraggio e progettazione, utilizzando risorse economiche e professionali”.
L’Asp con i suoi rappresentanti ha voluto dimostrare che l’impegno esiste ma “l’azienda – afferma ancora Serranò – deve assumersi l’onore all’interno della progettazione, entro un bilancio aziendale, di intensificare gli screening, attingendo a fondi regionali o nazionali”.
La popolazione ha diritto ad essere “screenata” per le patologie a più alta incidenza cancro. E’ un capitolo molto importante se si vuole tutelare la salute del cittadino e questa regione deve avere il coraggio di resettare tutto quello che ha fatto.
Forte il monito dell’ex consigliere Giuseppe Giordano che ha posto il problema dei tempi di costituzione dell’ufficio per inserimento dati, per l’istituzione del Registro Tumori e tempi di accreditamento. “Da novembre 2014 sono partite le procedure di accreditamento dell’AIRTUM (Associazione Italiana Registri Tumori), dopo inadempienze di anni. Mi sono sempre battuto per un’attività di vigilanza costante e tutte le date indicate sono state poi non rispettate. Serve ancora un biennio per l’accreditamento ed il muro di gomma non è più consentito. Bisogna ascoltare le associazioni ed accogliere le loro esigenze, denunciando nomi e cognomi di chi interrompe le attività del Registro. La politica deve stare accanto a chi opera e mai impedire che lo sviluppo della sanità in Calabria si realizzi”.
“Ancora a distanza di due anni, – ha concluso Angelo Rossino – non esiste questo importante strumento del registro tumori, che attesti effetto e causa per capire cosa effettivamente accada in un determinato territorio e quali siano le cause per poter intervenire dobbiamo essere cittadini e non sudditi”.
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