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Riteniamo di rimanere passivi di fronte a questo centro destra-leghista?
Ed a questo centrodestra-modello Reggio che ancora oggi tenta di annebbiare le coscienze dei reggini con l’effimero delle miss Italia mentre la città rimane nella morsa dei debiti pubblici; dei lavoratori delle società esternalizzate senza stipendio (a proposito a chi sono servite?); dei rifiuti che invadono ogni angolo della città; di innumerevoli quartieri di periferia da giorni senza acqua e mentre ogni giorno le inchieste giudiziarie ci dicono di un dilagante fenomeno di connivenza tra istituzione cittadine e criminalità organizzata e malaffare?
Riteniamo che il PD sia in grado da solo di costituire la risposta e di rappresentare l’opposizione in Calabria ed a Reggio?
A queste due domande vogliamo dare una risposta.
Ovviamente noi riteniamo che il Pd non solo è insufficiente, ma vada addirittura contestato nel suo percorso politico laddove si lascia attrarre dalle sirene del liberismo e và contestato soprattutto a Reggio dove, per sopravvivere, tenta di marginalizzare la sinistra; addirittura siamo stati costretti a subire l’azione di una parte importante del PD che ha pensato di dirigere i processi politici calabresi e reggini stando a Roma costruendo operazioni politiche a tavolino solo per aggiustare posizioni interne (la cacciata di quella parte del partito collegata a Bova e non in linea con l’on.le Minniti), con soluzioni comode: sostituire un pezzo di gruppo dirigente non allineato con giovani di belle speranze. Le elezioni, per questo dirigente, sono servite a realizzare questo gioco. Così, ha pensato di aggiustare equilibri interni, abdicando addirittura alla proposta di un candidato a sindaco, per mesi, annunciato e poi ritirato, determinando le condizioni della disgregazione del centrosinistra. A questo gioco, purtroppo, si è prestata una parte di quello che avrebbe dovuto essere il gruppo dirigente del futuro ma che in realtà ha dimostrato di non avere ideali e principi ed ha giocato a distruggere i partiti solo per fare delle piccole lobby personali, delle piccole oligarchie. Bravi: il risultato è sotto gli occhi di tutti: il PD ha dimezzato la rappresentanza consiliare; il Consigliere Nino De Gaetano, che si è opposto insieme a Canale e ad una parte di SEL ad ogni tentativo di unire il centro-sinistra minacciando ad ogni piè pari il vessillo delle primarie solo per scacciare ogni possibile candidato autorevole (vedi DeSena, il dott. Benedetto, l’Assessore Provinciale Mimmo Battaglia e tante altre autorevoli figure di professionalità reggine che avevano espresso disponibilità e interesse e che ovviamente non si sono avventurate sapendo che comunque c’era un pezzo di centrosinistra che si opponeva a qualunque soluzione unitaria), lascia il PRC. Con un PD arroccato a non volere le primarie – perché questo è stato – per paura di Bova.
Bravi: disgregando e partendo probabilmente da un’analisi della realtà reggina del tutto errata, abbiamo perso anche la Provincia dove, peraltro, avevamo governato anche sufficientemente bene e comunque era l’unico ente nelle mani del centrosinistra. Il risultato: comune, provincia e regione al centrodestra.
Oggi i fatti ci danno ragione: De Gaetano esce dal PRC per fare una fondazione (?) e, purtroppo, SEL viene commissariata dalla direzionale nazionale del Partito.
Certo che sotto questo profilo è davvero curioso assistere a prese di posizioni come quella dei due compagni di Rifondazione Conia e Loria espresse sugli organi di stampa, del tutto singolari ed incomprensibili. Vorrei ricordare loro che alle ultime elezioni regionali ben 41.000 elettori hanno dato fiducia alla Federazione della Sinistra la quale così è riuscita ad eleggere ben 2 Consiglieri. Ebbene, Aiello dopo essere stato eletto ha subito rinnegato la provenienza e si è trasferito a SEL; De Gaetano, ha aspettato qualche mese in più ad uscire dalla Federazione ma comunque è uscito. Nel frattempo, ha avuto il tempo di opporsi alla formazione della Federazione della Sinistra a Reggio respingendo la proposta di unificazione che il sottoscritto aveva avanzato a Lametia solo pochi mesi orsono davanti ai due Responsabili Organizzativi Nazionali. Credo, cari Compagni Loria e Conia che invece di lanciare accuse gratuite a Michelangelo Tripodi sarebbe bene invitare i due consiglieri eletti a chiedere scusa a quei 41.000 elettori.
La verità è che, purtroppo, il fenomeno del “berlusconismo” ha attratto e pervaso anche una parte del centrosinistra e della sinistra stessa.
Michele Serra qualche giorno fa in un articolo che invito tutti a leggere ha detto: “il tatticismo furbastro, il piccolo cabotaggio ideale, la pavidità culturale, l’incoerenza, il calcolo personale, hanno prodotto un vero tracollo identitario, tale da allontanare milioni di elettori di sinistra dai propri punti di riferimento”.
Si addice molto a quello che in questi ultimi tempi è successo nel centro-sinistra calabrese.
No noi non ci stiamo e diciamo che è ora di mettere un argine situazioni equivoche, zone grigie, trasformismi.
Noi vogliamo contribuire a ricostruire la “Sinistra”.
C’è un vento nuovo in Italia che dice che la gente vuole passare dall’”indignazione” come fatto interiore a “indignazione attiva”. I referendum ci dicono che c’è un popolo di sinistra che dopo anni di posizione inattiva ha deciso finalmente di reagire ed ha alzato nuovamente la voce della protesta. Noi riteniamo che ciò possa avvenire anche a Reggio e ci rivolgiamo oggi a quel mondo fatto di uomini e donne di sinistra che vogliono essere diretti protagonisti del loro futuro ma che vogliono una rappresentanza politica seria e credibile che sappia difendere i diritti della povera gente. Insomma sempre usando le parole di Michele Serra noi vogliamo che “la questione sociale, le disuguaglianze (a partire da quelle nord-sud), il futuro della scuola pubblica, le nuove povertà, la disoccupazione, i salari infami (specie quelli dei precari)” diventino il terreno fertile su cui ricostruire la sinistra.
Insomma vogliamo che finalmente si chiuda il cimitero della pavidità culturale e politica e si apra la porta della speranza.
Vogliamo in buona sostanza ridare spazio alle passioni politiche; per noi oggi (questo è il senso della conferenza stampa di venerdì scorso) si avvia un percorso: unire i comunisti, dentro la ricostruzione della sinistra. Oggi l’obiettivo è possibile e siamo convinti che tanti compagni aspettano con entusiasmo che si realizzi questa meta. Questa è la vera sfida che ci aspetta cari compagni Conia e Loria non le brutte ed inaccettabili considerazioni da voi espresse; discutiamo di idee e di valori, non scadiamo in volgari polemiche e lavoriamo per creare una sinergia costruttiva e costante con tutta la sinistra, quella positiva che ancora conserva intatti gli ideali e lo spirito di servizio invitando tutti ad usare uno stesso linguaggio.
E’ ora di superare le stagioni dei commissariamenti, delle polemiche di basso profilo (che peraltro allontanano dalla politica i compagni), è ora di aprire la stagione dei congressi, dove poter aprire discussioni vere, senza infingimenti e piene di contenuti politici; arrivare ad un progetto che ponga la sinistra nella giusta prospettiva nell’alveo della politica italiana, combattendo ogni forma di rampantismo e di calcolo personale e proponendo invece un gruppo dirigente che sia degno di quella autorevolezza che ha contraddistinto le più belle stagioni delle battaglie politiche e che ha portato a tante conquiste sociali.
Insomma ci proponiamo per unire tutto questo mondo.
Sappiamo che ciò non sarà ancora sufficiente e per questo vogliamo dialogare con tutta la sinistra, raccogliere le intellettualità disperse in questa terra per non avere visto un punto di riferimento politico. Vogliamo aprire un ragionamento ad ampio spettro coinvolgendo le associazioni, i movimenti. Non possiamo non valutare e non seguire con attenzione il lavoro che anche a Reggio fanno associazioni come la Lega Ambiente, la Rete dei Municipi, i Comitati contro il nucleare o per l’acqua pubblica o l’ANPI.
Questa per noi deve essere la Federazione della Sinistra.
Il Segretario del Partito dei Comunisti Italiani
Lorenzo Fascì
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