Reggio Calabria, Indagini dei carabinieri: operazione “Bread Express”

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Il 15 novembre 2014, nelle province di Reggio Calabria e Cosenza, i Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria hanno dato esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare, emesso dal G.I.P. presso il Tribunale di Reggio Calabria, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 5 persone, a 3 delle quali vengono contestati diversi episodi di spaccio di sostanze stupefacenti, mentre a 2 un tentativo di estorsione.

L’odierna attività investigativa nasce da un’altra attività di indagine portata a termine sempre dai Carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria che, sotto la direzione della Procura Distrettuale Antimafia, culminò il 27 giugno 2013 con l’emissione, nell’ambito dell’operazione “Vittorio Veneto”, di un decreto di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 8 soggetti residenti nel versante tirrenico reggino, facenti parte di un’associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti ed armi, operante sul territorio della provincia di Reggio Calabria, con particolare riferimento ai territori di Cinquefrondi, Polistena ed altri comuni limitrofi, ma con ramificazioni e contatti sul tutto territorio nazionale.

L’operazione “Vittorio Veneto”, a sua volta, nasceva a seguito dell’arresto di un giovane, originario della provincia di Messina ma residente da tempo al Nord Italia, trovato in possesso di quasi un chilogrammo di cocaina. Il giovane iniziò a collaborare con la giustizia facendo spostare l’attenzione degli investigatori su un agguerrito gruppo criminale, dedito come detto al traffico di ingenti quantitativi di sostanza stupefacente ed armi ed avente base logistica all’interno di un’abitazione del comune di Cinquefrondi di proprietà di un uomo a capo del gruppo criminale. Quest’ultimo riusciva a sottrarsi alla cattura e dopo una breve latitanza veniva tratto in arresto unitamente ad un altro correo anch’egli sottrattosi al fermo del 26 giugno 2013.

Proprio le microspie installate dai Carabinieri all’interno dell’abitazione di tale uomo captarono, tra gli altri, un colloquio di notevole interesse investigativo nel corso del quale emergeva che I. R. si fosse fatto consegnare una partita di stupefacente a parziale saldo di un debito vantato nei confronti di un soggetto di Melicucco (RC), successivamente identificato in uno degli odierni arrestati. Quella partita di stupefacente, e saranno gli stessi indagati a disvelarlo in ambientale, avrebbe fatto parte di una più consistente partita di oltre 400 kg che gli stessi indagati riferiscono di aver visto, tanto da descriverne anche le modalità di confezionamento: “era quella dentro i pacchi da due… ha 400 chili!… hanno un timbro rosso sopra il cellophane… una macchia rossa… sono 400!”.

La droga veniva chiamata dai due con termini criptici nel vano tentativo di eludere eventuali investigazioni, ecco allora che lo stupefacente per telefono diventava: “fresine, biscotti, la farina” e similari.
Altro punto di riferimento per lo smercio della droga nel cosentino era rappresentato da un uomo di Mangone (CS) fermato nel corso di un’operazione a riscontro dell’attività di indagine in corso e trovato in possesso di 1.600,00 euro in contanti.

Nel corso citato dialogo captato all’interno dell’abitazione emergeva un debito nei confronti di un soggetto di Rosarno della cifra di 11.000,00 euro e che, proprio per tale situazione debitoria, sarebbe stato oggetto di una spedizione punitiva che sarebbe culminata in un brutale pestaggio.

Nello specifico, nel corso delle intercettazioni, veniva captata una chiamata nel corso della quale un soggetto intimava ad un altro di portargli tutti i soldi entro il giorno successivo, minacciandolo di morte e preannunciandogli che si sarebbe appropriato della sua attività commerciale.

L’uomo rimarrà per diverso tempo sotto la morsa estorsiva.

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Author: Maria1

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