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di Piero Surfaro
Un urlo che parte dal basso, quasi strozzato in gola, che prova a raggiungere vette tanto importanti quanti sorde di fronte alla richiesta che le si fa innanzi.
E’ questa una rapida sintesi di quello che il 13 Novembre succederà a Reggio Calabria, quando la pressocchè totalità degli organismi che formano il cosiddetto Terzo Settore della provincia di Reggio Calabria si metteranno in marcia per le vie della Città al fine di “mettere fuori la faccia”, di far vedere alla gente, ai concittadini che esiste un mondo che in silenzio opera per ridare dignità a quanti il disagio la dignità l’ha tolta e che oggi, pur portatore di una grande dignità di sente esso stesso defraudato della dignità del proprio essere.
“NEI DIRITTI DI OGNUNO, IL FUTURO DI UN’INTERA COMUNITA’” è lo slogan scelto per comunicare a tutti che lo Stato sociale, il Walfare, a Reggio Calabria e non solo sta implodendo. Implodendo e non esplodendo poiché si sta consumando una silenziosa, lenta e inesorabile morte di tutti quegli enti che da venti se non trent’anni operano nel mondo del disagio sociale, nell’accompagnamento di tutti quei cittadini che si sentono soli e abbandonati dalle istituzioni verso la ricerca di un benessere che non vuol dire ricchezza materiale, ma morale.
Ieri sera presso i locali della Piccola Opera di Reggio Calabria tutti i responsabili e di operatori degli enti che appartengono a questo nascente movimento si sono riuniti per guardarsi in faccia, condividere la scelta di scendere in piazza non tanto contro qualcuno, ma accanto a tutti i cittadini di buona volontà che ricercano il benessere sociale senza riuscire a trovarlo.
Il portavoce del movimento avv. Luciano Squillaci ha presentato il documento guida della manifestazione lanciando un allarmante grido “lo stato sociale di Reggio Calabria sta morendo, coloro che dovrebbero essere preposti alla tutela delle professioni sociali, degli enti offrono assistenza, cura e attenzioni a soggetti che versano in condizioni di disagio fanno spallucce e non si preoccupano di elargire i fondi necessari alla mera sopravvivenza delle stesse”. Prosegue Squillaci “noi sabato 13 non vogliamo elemosinare nulla, vogliamo rendere partecipe tutta la cittadinanza reggina della situazione grave in cui versa il terzo settore senza del quale non c’è futuro per nessuno!”
“Oggi chi opera nel terzo settore non percepisce stipendi, già di per sé bassi e a volte poco dignitosi, da mesi e mesi, però nonostante tutto ognuno è ancora li, presente e puntuale sul posto di lavoro perché assolve non solo ad una responsabilità lavorativa, ma ad una scelta di vita chiara e definitiva, una mission che lo porta a subire anche lo scippo della dignità di uomo davanti alla propria famiglia che fatica ad arrivare alla fine del mese e con molti creditori che bussano alla porta”.
Dopo l’intervento dell’avv. Squillaci si sono susseguiti altri interventi di vari rappresentanti delle associazioni aderenti alla manifestazione che all’unisono hanno ribadito il loro basta, fermo e convinto, al mantenimento della passività tenuta fino ad oggi. “Da questo momento-hanno ribadito-è ora di fare sentire la nostra voce e di creare un grande movimento che sia interlocutore privilegiato di coloro che pensano di fare e disfare politiche clientelari e poco attente ai reali bisogni della collettività, specie di coloro che il disagio lo vivono quotidianamente”.
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