Reggio Calabria, il Terzo Settore su Assistenza Domiciliare Integrata

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Mentre si trova a celebrare un momento storico con l’Assemblea Generale che determinerà il passIl Coordinamento Provinciale del Terzo Settore esprime viva preoccupazione per un ulteriore fronte di lotta che si vede costretto ad aprire, dal momento che alcuni enti del Terzo Settore, Associazioni e Cooperative senza fini di lucro, che da sette anni ormai svolgono il servizio Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) per conto dell’ASP di Reggio Calabria, lamentano la grave situazione di disagio derivante dall’abissale ritardo nei pagamenti delle spettanze.

Non hanno ricevuto infatti alcun compenso per tutto l’anno 2012 ed in taluni casi anche per il 2011, per non parlare dell’anno corrente! Addirittura non è chiaro neanche chi deve fare le liquidazioni (gli uffici di Reggio, Palmi, forse Locri???), ne si è a conoscenza se i debiti verso gli enti siano stati inseriti nel piano dei debiti della Pubblica Amministrazione.

Ormai i predetti enti non possono più garantire la regolarità del servizio perché gli operatori non ricevendo ormai da oltre un anno alcuna retribuzione, non sono più disponibili ad andare avanti.

Il servizio ADI si porta avanti anche con  operatori dipendenti della stessa ASP, che riteniamo siano stati pagati, mentre i lavoratori degli enti no profit ad oggi non possono essere compensati per le prestazioni rese.

Eppure il servizio ADI  è un servizio ritenuto molto importante a livello nazionale e regionale. Basta ricordare che il Documento del ministero della Salute (Commissione LEA) che prevede una Nuova caratterizzazione dell’assistenza territoriale domiciliare e degli interventi ospedalieri a domicilio, risale alla fine del 2007 e il DPGR n. 12 del 31 gennaio 2011 della Regione Calabria che approva le linee guida sul sistema di cure domiciliari e accesso ai servizi territoriali.

Gli utenti nel frattempo aspettano, le liste d’attesa si allungano inesorabilmente, i fisioterapisti e gli infermieri abbandonano perché stremati dai mancati pagamenti. Il tutto mentre gli ospedali si intasano di ricoveri impropri con costi dieci volte superiori rispetto alle cure a domicilio!

Mentre altri servizi, pure condotti dall’Asp, funzionano regolarmente, il servizio ADI mantiene una precarietà ed un’incertezza non più sostenibile da parte degli enti che operativamente lo gestiscono sul territorio.

In tal senso, o l’Azienda sanitaria dimostra concretamente che ritiene il servizio in ADI importante e, facendo chiarezza della propria posizione, procede al regolare riconoscimento economico e gestionale del servizio, determinando il saldo degli arretrati ed il regolare pagamento del corrente, oppure gli enti che fino ad oggi hanno assicurato, nonostante tutto, il servizio ADI saranno costretti a fermarsi, a non prendere in carico utenti e ad attivare il recupero legale dei crediti.

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Author: Cristina

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