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La teiera è un’estensione. In una sorta di delirio onirico, si impossessa degli spazi dei gesti, dei vortici dialettici moltiplicando gli assi e le coordinate delle geografie terrestri. contenitore della bevanda rituale di mescolate tradizioni e ambigui significati.
L’ambra liquida della diplomazia anglosassone e ancor prima infuso per eccellenza dei riti orientali, il tè con le sue teiere assume in questo progetto di mostra, una valenza e un significato che oltrepassa il luogo comune dell’immaginario collettivo. Vi è già un lirismo amaro nella traccia se si considera associato alla riflessione fatta dalle immagini scelte e dal contenuto delle opere in mostra.
“Il tè a Natale” è la sintesi di un periodo passato, il ‘900, che incontra il nuovo millennio, e suggerisce una riflessione obiettiva e antidiplomatica, sganciandolo dal rituale salottiero.
Dietro ogni incidente, esiste il principio di onnipotenza , il concordato disatteso, la colonizzazione, l’errore umano inteso come naturale conseguenza.
Il tè dei colonizzatori e il tè dei sacerdoti del tempio. il tè delle terre d’india e il tè degli inglesi. il tè aromatizzato e il tè beverone condiviso.
Bevuto in quei Natali dei luoghi ameni, lontani dal tepore e dalle certezze, resta l’ossatura di un significato, quella surrogata delle pentoloni e dei mestoli fumanti che versano litri di tè senza panna o limone.
Gli artisti che hanno aderito al progetto “Il tè a Natale” sono Antonio Aricò, Giuseppe Bonaccorso, Technèlab, Salvo Lumia, Pietro Mancini, Francesco Scialò, Angela Pellicanò, Ninni Donato, Alessandro Mallamaci, Allde Brand,
Kreszenzia Gehrer.
L’apertura della mostra sarà martedì 11 dicembre dalle ore 16.00 e sarà visitabile tutti i giorni dalle ore 10.00 alle ore 19.00 per tutto il mese di dicembre.
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