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Il sindaco Arena, dopo colpevoli silenzi, inaudite omissioni e indecente tracotanza, ha ammesso l’esistenza di un enorme buco, secondo noi ancora troppo parziale, di ben 118 milioni di euro, relativo al bilancio consuntivo dell’anno 2010.
Per lungo tempo siamo stati offesi e dileggiati per avere semplicemente affermato l’odierna verità, vale a dire che le casse del Comune erano state ridotte, nel decennio a guida Scopelliti, ad una condizione da dissesto economico.
Ma, come si suol dire, il tempo è galantuomo e consegna una cruda verità che supera ampiamente anche la più brillante fantasia.
L’aspetto paradossale di questa vicenda, che offende gravemente tutti i reggini, è rappresentato dal fatto che il sindaco Arena non ha sentito il dovere morale e politico di prendere le distanze e criticare la lunga stagione amministrativa, nefasta e fallimentare, che ha prodotto questo pesante deficit.
Un decennio caratterizzato dal disastroso modello-Reggio di Scopelliti & co.
Al contrario, Arena ha definitivamente gettato la maschera; ha, infatti, candidamente affermato di sentirsi orgoglioso protagonista di quella stagione e, quindi, ha implicitamente ammesso di essere complice del deficit delle casse comunali.
Arena, inoltre, ha tentato di attribuire e scaricare ogni responsabilità, esclusivamente, alla defunta dott.ssa Fallara: odierno capro espiatorio, comodo per tutti i protagonisti del modello-Reggio e del sacco della città.
Ma, anche su questo aspetto, la verità, come emerge limpidamente dall’inchiesta della Magistratura, è decisamente ben altra.
E’, comunque, evidente sottolineare che, in una qualsiasi “città normale” di ogni latitudine o longitudine, l’ammissione e il riconoscimento di un buco finanziario di tale portata sarebbe stato accompagnato dalle contestuali dimissioni del sindaco, ancorché, come dallo stesso ammesso ed affermato, co-protagonista della nefasta stagione politica che ha causato l’enorme default finanziario.
Invece, a Reggio Calabria può accadere che il sindaco prosegua, senza il benché minimo senso del pudore, nella sua linea di affossamento e distruzione della città.
La conferenza stampa di Arena rappresenta il de profundis di Reggio Calabria e, in tal senso, proponiamo formalmente la proclamazione del lutto cittadino per la morte della nostra città barbaramente assassinata dai suoi amministratori.
Non è affatto una provocazione, ma è il banalissimo riconoscimento della tragica realtà prodotta da Scopelliti, Arena e dal PDL.
Valuteremo, nei prossimi giorni, ogni opportuna iniziativa, nessuna esclusa e di qualsiasi natura, finalizzata a far sì che il debito del Comune lo paghino personalmente tutti coloro i quali lo hanno scientemente provocato e affinché non ricada, quindi, sulla testa di tutti gli incolpevoli reggini.
Contestualmente, auspichiamo che i consiglieri comunali, con la necessaria ed indispensabile saggezza, non si assumano la pesantissima responsabilità, squisitamente ed esclusivamente personale, di approvare il tragico bilancio consuntivo dell’anno 2010 presentato dal sindaco Arena. Vale quel famoso adagio: uomo avvisato, mezzo salvato.
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