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Nei giorni scorsi, come da tempo, spesso inascoltati, avevamo previsto, il consigliere regionale Nino De Gaetano ha dato un annuncio, destinato certamente a meravigliare il mondo politico planetario e a prosciugare le acque del Mar Rosso: entra con i suoi fedeli ripetitori nel Pd con una apologia dissimulata di Berlusconi.
Sotto questo profilo Nino De Gaetano non è un convertito, che conserva sempre qualcosa della vecchia pelle. Invece, appartiene alla categoria dei rinnegati, che ripudiano il passato per motivare il salto della quaglia e per aggraziarsi le simpatie di quanti già stanno nella nuova apaprtenenza. Tipico, questo, degli opportunisti di sinistra, che all’enfasi della frase solenne e dei principi, arrotolati in forme catechistiche, fanno seguire l’assoluta miseria di comportamenti tipici dei trasformisti e dei voltagabbana.
E a nulla vale che Nino De Gaetano tenti di camuffare il suo opportunismo di sinistra con richiami alla necessità di offrire proposte concrete ai lavoratori. Egli è finito nel Pd, un partito moderato, che risulta incapace, per le sue contraddizioni interne, anche di fare una vera opposizione in Italia e in Calabria. Noi non siamo sorpresi dal passaggio al Pd di De Gaetano e dei suoi sodali. Lo avevamo detto da molto tempo che questa era la traiettoria verso cui si muovevano i transfughi di Rifondazione. Peraltro, come volevasi dimostrare, avevamo previsto e denunciato, il cosiddetto Progetto Sinistra non era altro che un miserevole alibi per tentare di giustificare quello che in nessun modo può essere giustificato: la svendita dei valori e il tradimento delle idee.
Adesso Progetto Sinistra scompare e, come nel gioco delle tre carte, compare la destinazione finale: il Partito Democratico.
De Gaetano afferma che le ideologie sono finite, però arriva a questa originale conclusione dopo avere scippato ai Comunisti Italiani e alla Federazione della Sinistra un seggio al Consiglio regionale, un seggio ottenuto solo ed esclusivamente grazie al ruolo politico e ai voti determinanti del PdCI. Soltanto un anno fa, si è candidato nella lista della Federazione della Sinistra e, allora, non ebbe alcuna esitazione o remora ideologica. Invece, il consigliere De Gaetano scopre la fine delle ideologie adesso. Forse dimentica che il segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero, intimandogli il rispetto delle regole dei comunisti in materia di finanziamento al Partito, lo ha pubblicamente definito espressione di una grandissima questione morale.
Ma chi ha buona memoria ricorda che Nino De Gaetano, il quale solo dopo l’ingresso nel Pd vede la luce, aveva due precisi doveri etici e politici: primo, trasferire quanto dovuto, e da se stesso stornato, alla Federazione della Sinistra di cui faceva parte e che gli ha permesso di entrare in Consiglio regionale; secondo, restituire il mandato elettorale alla Federazione della Sinistra grazie alla quale era stato eletto. Né l’una né l’altra cosa, come fanno i politici da strapazzo, tutti quelli che non hanno né arte né parte. Uno sfregio ai tantissimi militanti che hanno condotto una campagna elettorale per i comunisti e la FdS.
Sono questi opportunisti che il Pd insacca in forma solenne, rendendosi responsabile della crescita della mala pianta del trasformismo. Il Pd, nel mentre parla di etica e politica, sguainando la scimitarra contro i trasformisti che da sinistra passano a destra o gli Scilipoti di turno, contestualmente si comporta allo stesso modo. Ma, forse, dal punto di vista elettorale, ci hanno azzeccato. Con Nino De Gaetano espugneranno Archi. Un bel risultato che, evidentemente, apre una voragine di natura morale ed etica nel Pd, un partito disposto ad accettare queste incomprensibili acrobazie pur di accogliere nelle proprie fila personaggi voltagabbana e trasformisti.
Davanti a questo scempio rilanciamo la necessità e l’indispensabilità di una forte presenza dei comunisti e della sinistra in Calabria e in Italia. Allo stesso modo ribadiamo i valori della diversità comunista, insegnatici da Enrico Berlinguer, rispetto al deserto etico e morale di squallidi ed inutili personaggi che si ricorderanno soltanto per essere stati dei saltimbanchi della politica.
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