Reggio Calabria, il CSI apre ad una nuova stagione di dialogo

paolo cicciù

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paolo cicciù
paolo cicciù
«Noto con dispiacere come le mie parole siano state male interpretate: lo stop, provocatorio, ai campionati dilettantistici era solo l’incipit per una nuova stagione di dialogo, ma soprattutto di crescita dell’intero movimento.
Il CSI promuove lo sport, questa è la sua unica mission: come potremmo, dunque, guardare con disprezzo quello che è il nostro mondo??? Negli ultimi tre anni abbiamo fatto tanto, anche sviluppando idee di concerto con società e partner prestigiosi, oltre le innumerevoli società sportive che curano i settori giovanili.
Abbiamo fatto sì, che la Calabria non rimanesse la terra dei cantieri aperti, ma mai conclusi: il Festival dello Sport Educativo, che ha avuto come testimonial Gianni Rivera; il grande successo del penta calcio femminile, punta di diamante di tutto il meridione; i percorsi formativi proposti ad allenatori, dirigenti e alle famiglie; i campionati di calcio giovanili con più di 2000 piccoli campioni in campo ne danno testimonianza.
Non vogliamo essere competitor delle federazioni, ma fedeli compagni di viaggio: 140 società affiliate per 2000 gare annue sono il prodotto dello sforzo fatto in questi anni per offrire uno sport sano e diverso da quello delle vetrine.
Uno sport diverso, non a proclami. Ma nell’investimento serio di forze e tempo dei tantissimi volontari che prestano servizio al CSI solo per il sano agonismo. Credo sia una questione di attenzione ai particolari, che ci è stata possibile vista la tabula rasa a cui è andata incontro il nostro Comitato che con coraggio ha deciso di ripartire da zero, spendendosi nella formazione dei dirigenti e degli arbitri che a loro volta sono i primi educatori degli atleti.
Dunque, andando oltre lo sguardo miope di chi si accontenta dei seppur lusinghieri risultati di casa sua, abbiamo ritenuto necessario dare una scossa all’intero panorama regionale dello Sport. E ci siamo riusciti, però con dei risvolti diversi da quelli che ci auspicavamo: è nostro interesse quello di creare un tavolo di discussione serio e responsabile con chi ha realmente a cuore il bene della Calabria sportiva e dei suoi giovani interpreti. Non cerchiamo uno scontro tra Davide e Golia. L’unico eroismo di cui siamo capaci è quello di creare un Incontro, quello sì, che aiuti tutti a ritrovare la rotta giusta per il Bene comune.
Non era intento di nessuno quello di attaccare le società sportive, molte delle quali collaborano attivamente con noi e ne siamo orgogliosi per questo, nessuno voleva fare “di tutta l’erba un fascio”: il CSI è fatto dai suoi soci che è gente che vive di Sport e di speranza di cambiamento per la nostra terra.  Altresì è sotto gli occhi di tutti che l’escalation di alcuni fatti di violenza nei rettangoli di gioco non può restare sottaciuta, perché questa sì sarebbe una grave pecca.
È con questo spirito che non ci stancheremo mai di fare proposte, di condividere preoccupazioni, di, perché no, criticare ciò che non và, sempre per costruire e mai per distruggere. Uno spirito libero, da battitori franchi dello Sport che non appartengono ad alcuna logica economica e politica. Il CSI e chi lo rappresenta è legato solo ed esclusivamente alla sua storia, che oggi lo premia e lo porta ad essere il più grande ente di promozione sportiva d’Italia. Al fianco del CONI, per pensare e realizzare uno sport migliore, ma soprattutto più credibile per le giovani generazioni.»

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Author: Maria Cristina Condello

Maria Cristina Condello ha conseguito la laurea Magistrale in "Informazione, Editoria e Giornalismo" presso L'Università degli Studi Roma Tre. Nel 2015 ha conseguito il Master di Secondo Livello in "Sviluppo Applicazioni Web, Mobile e Social Media". Dal 2016 è Direttore Responsabile della testata giornalistica ntacalabria.it

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