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Dopo aver atteso oltre ogni possibilità ed aver tentato in ogni occasione la via del dialogo per risolvere l’ormai insostenibile situazione in cui versano da oltre due anni gli enti del Terzo Settore che gestiscono servizi per conto del comune di Reggio Calabria, il Coordinamento che li rappresenta ha stabilito, suo malgrado, di avviare le azioni legali necessarie alla tutela delle persone che afferiscono ai servizi e degli operatori, ridotti ormai in condizioni di povertà dagli enormi ritardi nell’erogazione degli stipendi.
Il sentimento diffuso tra gli operatori, i volontari ed i dirigenti del Terzo Settore è di un evidente stato di abbandono e disinteresse, che pone a rischio non solo la continuità assistenziale, ma l’intero sistema dei servizi sociali, in un contesto, quello reggino, che presenta necessità e bisogni da parte delle fasce deboli, oltremodo rilevanti ed urgenti.
Il nostro territorio presenta sacche di povertà e di disagio che sono sotto gli occhi tutti. Aree “franche”, terra di nessuno, spazi oltre i margini, all’interno dei quali da oltre 40 anni solo le organizzazioni del volontariato e della cooperazione sociale riescono ancora oggi a portare una pur minima luce di speranza.
L’esperienza reggina dei servizi alla persona, portata avanti dagli enti del terzo settore, è unanimemente riconosciuta come una delle eccellenze sul territorio nazionale, molte volte, nonostante le enormi difficoltà, antesignana di innovazioni e sperimentazioni poi divenute patrimonio nazionale.
Oggi questa straordinaria esperienza rischia di scomparire, di morire asfissiata da una società che sembra ormai totalmente incapace di solidarietà. E con essa rischia di morire anche la speranza per le migliaia di persone che, spesso invisibili ai cittadini comuni, trovano in questi servizi l’unica possibile sponda per un rigurgito di dignità.
Ci chiediamo, e chiediamo ad ogni cittadino reggino, da chi andranno tutti i ragazzi, gli anziani, i disabili, i tossicodipendenti, le donne in difficoltà, la moltitudine di poveri che attualmente possono fruire solo dei servizi, peraltro insufficienti, gestiti dal terzo settore? Chi si occuperà di loro, chi proverà a restituire loro la dignità di uomini e di donne? Lo abbiamo detto e lo ripetiamo, rischiamo seriamente di trasformare la nostra città in una vera e propria macelleria sociale, dove i diritti dei più deboli e dei più fragili sono relegati al ruolo di alzacristalli elettrici, optional acquistabili solo se ci sono i soldi.
Gli organismi del terzo settore, come ripetutamente denunciato, accreditano dal comune per i servizi prestati crediti che vanno oltre le 13 mensilità, e dopo aver percorso responsabilmente, nonostante le enormi difficoltà ogni possibile strada ed essersi indebitati oltremodo, si trovano costretti a tentare l’estrema via dell’azione legale per ottenere quanto di diritto.
L’azione verrà avviata con un primo gesto simbolico ed unitario. Mercoledì 21 settembre alle ore 10,00, i rappresentanti degli organizzazioni del terzo settore aderenti al coordinamento porteranno insieme all’ufficio protocollo di Palazzo San Giorgio le diffide legali per il recupero dei crediti vantati.
L’occasione consentirà inoltre agli enti di riproporre all’amministrazione comunale le richieste già più volte formulate:
1) Il riconoscimento e la sottoscrizione da parte della nuova amministrazione comunale del protocollo di intesa sottoscritto il 5 agosto del 2010;
2) Un piano di rientro con tempi certi per il saldo dei crediti pregressi che preveda il versamento immediato di una parte di quanto vantato, sufficiente a garantire continuità ai servizi oggi strozzati da enormi difficoltà economiche;
3) Tempi certi e sostenibili nell’erogazione delle spettanze future, da assimilare, considerata la particolarità dei servizi e degli enti che li gestiscono, ai pagamenti che il comune mensilmente eroga per il proprio personale e per gli altri servizi essenziali;
4) Certezza sul futuro dei servizi sociali nel comune di Reggio Calabria. Sul punto gli enti aderenti mercoledì chiederanno al Presidente del Consiglio Comunale la convocazione di Consiglio ad hoc sulla questione dei servizi sociali.
Gli enti aderenti al Coordinamento ritengono le richieste sopra elencate irrinunciabili ed indifferibili. In tal senso lo stato di agitazione proseguirà sino a quando non vi sarà garanzia da parte del Comune di una risposta positiva.
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