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Sebbene gli eventi pluviometrici eccezionali che si sono abbattuti sulla Calabria, in particolare su Reggio Calabria, abbiano interessato marginalmente la zona di Lazzaro, non sono certamente mancate paura e apprensione ai cittadini, soprattutto agli abitanti della contrada Oliveto per la situazione di criticità che ancora mantiene il torrente Oliveto e per l’elevata condizione di rischio in conseguenza di tali eventi meteorici, che potrebbero trascinare a valle i rifiuti stoccati presso la discarica comunale di RSU e quelli interrati nella vasta area circostante l’attiguo impianto di compostaggio in località Comunia Sant’Ilario, sovrastanti il Vallone Saetta.
La capacità erosiva del corso d’acqua ha scavato l’alveo del torrente Oliveto in profondità e in alcuni tratti lateralmente. Il terrapieno realizzato lungo l’alveo durante i lavori di rifacimento della condotta fognaria e di quella idrica, eseguiti nel mese di febbraio 2009 è stato in gran parte eroso ed è emersa la condotta fognaria. Attualmente l’accesso al depuratore è interdetto, di conseguenza non è possibile effettuare l’ordinaria manutenzione all’impianto.
Le recenti abbondanti piogge sono state caratterizzate da un notevole trasporto di materiale solido che è stato depositato in gran parte nei tratti di minore pendenza provocando un maggiore innalzamento del nuovo alveo (formatosi a seguito dell’accumulo di precedenti detriti) soprattutto nelle aree in prossimità del ponte stradale e di quello ferroviario.
A seguito dei recenti eventi pluviometrici LA DISTANZA TRA IL FONDO DEL NUOVO ALVEO E E LA QUOTA DI SOTTOTRAVE DEL PONTE STRADALE E’ DI METRI UNO E TRENTA CENTIMENTRI, (un tempo tale distanza era di oltre quattro metri. Un dato che fa molto riflettere).
Si pone l’accento ancora una volta sulla necessità di spostare all’esterno dell’alveo fluviale la stazione di pompaggio delle acque reflue situata a pochi metri dal ponte ferroviario che si trova in stato di incuria ed espone in pericolo l’incolumità pubblica poiché la struttura in cemento, interrata profonda circa tre metri, la cui copertura ricade sullo stesso piena di campagna, è ricoperta da vetusti e corrosi chiusini di lamiera tra l’altro mal collocati.
A riguardo si deve sottolineare che le recenti irruenti acque torrentizie hanno superato il muretto di recinzione posto lato monte della stazione di pompaggio, ed hanno ricoperto di fango l’intera copertura riversando all’interno della struttura acqua e detriti, determinando cosi, tra l’altro, un trabocchetto soprattutto per i ragazzi. La parte esterna, lato Monte e lato Sud Est del citato muro di recinzione prima delle recenti piogge raggiungeva l’altezza di circa mt 1,50, oggi non supera i 50 centimetri per l’innalzamento anche in quel tratto del nuovo alveo.
Anche le acque del vallone Saetta sono state interessati da liquami e rifiuti presenti nella discarica e nell’ampia area circostante l’impianto di compostaggio che in parte, mobilizzati dalle acque piovane sono state convogliate verso il sottostante Vallone e trascinati a valle dalle acque torrentizie.
In questi periodi di pioggia, e ancora oggi, si sarebbe potuto sfruttare l’opportunità da parte dell’ A.R.P.A.Cal per monitorare la zona, in particolare l’impulvio a valle della discarica confluente nel torrente Saetta che a sua volta attraversa l’abitato di Lazzaro, per segnalare eventuale presenza di sostanze inquinanti, come suggerito dai funzionari della Protezione Civile in sede di sopralluogo eseguito nel mese di ottobre 2009.
Per quanto riguarda le situazioni di pericolo presenti sul territorio di Lazzaro, e in altre località ove sono noti potenziali pericoli connessi a dissesti idrogeologici, non si comprende il senso dei bollettini di allerta che vengono trasmessi agli Organi interessati, visto che il rischio per la collettività e per le infrastrutture in caso di condizioni meteo con notevoli precipitazioni è stato da tempo previsto e certificato da chi di competenza. Perciò gli Enti preposti erano e sono nelle condizioni di poter benissimo evitare prevedibili eventi dannosi, cosa che non fanno.
Al riguardo, oltre alle certificazioni dei funzionari delegati dal Dipartimento della protezione Civile, ricordiamo che personale dei Vigili del Fuoco di Reggio Calabria lo scorso 16 novembre certificavano le pessime condizioni del Torrente Oliveto che potrebbe comportare in caso di avverse condizioni meteo con notevoli precipitazioni, straripamenti con possibili gravi danni al viadotto stesso che attraversa la Ss 106 in quel tratto, nonché al ponte ferroviario, ai terreni limitrofi e agli insediamenti ivi presenti. Sebbene il prefato Comando abbia tempestivamente attivato il Sindaco del Comune di Motta San Giovanni per gli urgenti provvedimenti da adottare nulla è stato fatto.
Visto negli ultimi tempi più volte l’anno, si ripetono questi disastri che mietono vite umane e recano ingenti danni alle strutture pubbliche e private, certamente non per un po’ d’acqua in più che scende dal cielo come sempre è stato nel ciclo delle stagioni, ma per lo scempio idrogeologico del territorio attuato in decenni di cattiva gestione, a nostro avviso, come già segnalato nell’istanza del 21 gennaio 2009 riguardanti le problematiche in questione, sarebbe opportuno invece di utilizzare denaro pubblico per riparare i danni far pagare a coloro che sono stati la causa di tali calamità e a tutti coloro che nelle rispettive posizioni hanno autorizzato e tollerato lo scempio idrogeologico del territorio, causa unica dei disastri che annualmente si registrano.
In conclusione, visto che le gravi situazioni di pericolo a cui è esposta l’incolumità pubblica perdurano da molto tempo, tenuto conto dell’inerzia incomprensibile degli Enti locali preposti ad intervenire, ci rivolgiamo ancora una volta alle Spettabili istituzioni in indirizzo affinché vogliano disporre gli interventi da eseguirsi con le modalità della somma urgenza per eliminare i pericoli e rischi che minacciano la popolazione di Lazzaro.
Giova evidenziare che le segnalazioni inoltrate dalla scrivente associazione non sono finalizzate soltanto alle minacce che presenta il torrente Oliveto, di cui si ripete è necessario CHIUDERE CON URGENZA I VARCHI, ma riguardano anche il Torrente San Vincenzo ed il Torrente Ferrina. Con riferimento a quest’ultimo si deve insistere nel segnalare una ulteriore situazione di grave rischio per persone e cose poiché alla foce del torrente è stato irresponsabilmente realizzato (come si suol dire “in bocca al lupo”) un porticciolo ed in caso di piena del torrente non troverebbero scampo le persone e le imbarcazioni presenti nella struttura portuale.
E così, mentre ad ogni temporale che dura qualche minuto in più del consueto, in diverse regioni tra cui la regione Calabria, il territorio si sbriciola per un po’ di acque in esubero, mentre i torrenti con le case costruite dentro gli alvei straripano, mentre valanghe di fango si muovono in modo impressionante, prendiamo tristemente atto che in alcune amministrazioni non è presente il senso del pericolo e continuano a rilasciare autorizzazioni illegittime che determinano situazioni pericolose che spesso si ripercuotono sulla sicurezza pubblica.
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