Reggio Calabria, il Cis promuove “Paesaggio, Architettura e Linguaggio del mito”

Foto (Messina - Sorrentino - Neri - Borruto)

Questo post é stato letto 24810 volte!

Foto (Messina - Sorrentino - Neri - Borruto)
Foto (Messina – Sorrentino – Neri – Borruto)

Nella sala conferenze della libreria “Culture”, a Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria, per il ciclo di Architettura, ha promosso l’incontro su “Paesaggio, Architettura e Linguaggio del mito”. Relatore  il Prof. Gianfranco Neri, ordinario di Composizione architettonica presso l’Università  Mediterranea di Reggio Calabria. “ Un tema divenuto chiarissimo e dominante di questa regione povera di memorie archeologiche perdute in cento flagelli naturali, è la stessa natura che  prende atteggiamenti di architettura, l’opera dell’uomo che fa tutt’uno con essa….”.

Così  esordisce  il  Prof. Neri, attraverso le parole “profonde e definitive” con cui  Corrado Alvaro, nel 1931,  scopre e rivela la verità, “facendo emergere il senso remoto e autentico che avvolge la terra”. Un senso che si può cogliere attraverso il linguaggio del mito;  un  modo per “raccontare” la Calabria,  uno dei pochi luoghi del mondo che possa vantare una storia ricca di miti e leggende; ma, in contrasto, anche luogo di un’asprezza incredibile e, nel contempo, con un carattere pieno “di grandezza e di pittoresco”.

Solo il “mithos”  e non il “logos”  può discorrere sulle realtà prime ed  esprimere, attraverso la trasfigurazione poetica, una verità risalente al patrimonio di idee e credenze della comunità calabrese. Un’intuizione originale con cui il Prof. Neri guarda la Calabria  con l’ottica della “Natura che si fa architettura”. Il mito rivela una verità che contrasta, ancora oggi, con una realtà, quella calabrese, “orrenda e insensata” in  quella “periferia senza città che sono le sue coste”. Analogamente Il paesaggio dello stretto, mirabilmente descritto dal poeta siciliano Bartolo Cattafi, suggerisce un particolare sguardo per essere interpretato e un tono speciale per essere descritto.

La breve Fata Morgana che, di rado, ravvicina agli occhi dei reggini la costa siciliana, è  solo  un sogno “sospeso a una favola dell’atmosfera, a un’opera di magia”; un’immagine che stride con i progetti dei grandi manager e dei (super)tecnici del ponte sullo Stretto. Ciò, tuttavia – conclude il Prof. Gianfranco Neri – non esclude la speranza che la precarietà della materia priva di spiritualità, lasci il campo ad uno scenario naturale radicato nella propria storia il quale “rivendica tenacemente il principio della sua bellezza e della sua continuità temporale giunta sino a noi contemporanei”.  E aggiunge che “ è l’arte, intuizione e bellezza sopra ogni cosa…., a fornirci la chiave per riconoscere, interpretare e trasformare questi luoghi. Arte che non è muta, immobile e inerte estasi contemplativa ma “conflitto d’intelligenze” (secondo la definizione di  Frank Lloid Wright) e, come tale, sempre raggiungibile”.

Ampia e affascinante la relazione del docente, arricchita da intermezzi di lettura di brani scelti di autori classici e moderni ad opera della Dott.ssa Lorelay Rosita Borruto e illustrata  attraverso  la proiezione di un video  curato da Clara Sorrentino e Marco Messina. Una sequenza di immagini del paesaggio naturale calabrese raffigurato attraverso le sfumature magiche e quasi irreali degli  acquerelli realizzati dallo stesso docente e un sottofondo musicale di brani del musicista Innocenti.

Questo post é stato letto 24810 volte!

Author: Cristina

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *