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Lunedì 29 Ottobre u.s. nella sala conferenze della libreria “Culture” di Reggio Calabria, promosso dal Centro Internazionale Scrittori della Calabria, ha avuto inizio un ciclo di incontri “Quattro passi … nel mondo antico …” finalizzato a fare conoscere attraverso una serie di iniziative mensili il mondo della classicità greca e latina grazie ad autori, prosatori o poeti, che ne rappresentano le voci più significative.
Il percorso, ideato dalla prof.ssa Maria Quattrone, già dirigente scolastico del Liceo Classico “T. Campanella” di Reggio Cal. nasce dall’esigenza di cogliere il contesto, la soggettività, le problematiche, il messaggio ad oggi attuale.” Perché – ha chiarito la prof.ssa Quattrone nella sua introduzione – che lo vogliamo o no, che lo riconosciamo o meno, la nostra identità e la costruzione della cultura europea affondano le proprie radici nel mondo classico, in una sedimentazione, rielaborazione, innovazione di principi, valori e idee su cui si è costruito e si costruisce via via nel tempo il nostro ubi consistam.
Perciò, studiare i classici non è inutile, ozioso diletto di pochi eruditi e non significa solo conoscere la storia di antiche civiltà, ma anche prendere coscienza di noi stessi, indagare e precisare la nostra “cultura”, individuare in noi stessi valori e principi universali e atemporali, validi al di fuori di un tempo e di uno spazio circoscritti. La prof.ssa Cama, docente di Latino e Greco presso il medesimo Liceo, con ampia, acuta e diffusa relazione ha affrontato il tema, particolarmente suggestivo, del primo incontro “ Echi e persistenze di classici nella contemporaneità” e ha guidato l’uditorio attraverso una lettura – per così dire casuale – nel mondo dei classici, intesi come autori di prima classe (per rispettare l’etimologia), che possono essere letti a più livelli e che riservano al lettore attento un’infinità di spunti e di ricchezze interpretative. Partendo dalla poetessa polacca Wislava Szymborska (premio Nobel per la poesia nell’anno 1996) la prof.ssa Cama ha illustrato il mito di Cassandra, figlia di Priamo, profetessa infelice, donna che prevedeva il futuro senza essere mai creduta da alcuno.
Ella ha, quindi, evidenziato come il mito di Arianna e del labirinto, in cui si inoltra misteriosamente Teseo, alla ricerca del Minotauro, rivive da Omero a Borges, persiste dall’epoca e dalla letteratura arcaica fino alla letteratura contemporanea ed è presente persino nell’arte e nella musica, nella filosofia e nella psicoanalisi, discipline tutte che nel corso dei secoli hanno attinto e si sono alimentate di miti e leggende classici. L’incontro, vivace e partecipato, si è concluso con la lettura di alcuni brani tratti da “Le opere e i giorni” di Esiodo a cura della prof.ssa Quattrone che traendo spunto da un saggio di Anna Santoni (dal volume collettaneo Classici contro) ha illustrato la modernità del pensiero classico ed evidenziato come già nell’arcaica Beozia del 700 a. C. fosse sentito e vissuto il tema della giustizia / ingiustizia e dei danni che la cattiva amministrazione arreca al consorzio civile, in termini di guerre, discordie e perdita della prosperità. Nel mondo semplice dell’arcaica Beozia, all’epoca di Esiodo e, quindi, ancor prima della formalizzazione di leggi scritte, bastano – secondo l’antico poeta- rette sentenze, onesto e duro lavoro, rispetto dei genitori, onestà verso gli altri, corretta amministrazione da parte dei re o dei potenti perché la comunità sia felice.
Lavoro, giustizia e osservazione/ rispetto della natura vanno insieme. Questa è la legge di Zeus – dice Esiodo. E forse anche oggi le cose potrebbero o dovrebbero andare così.
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