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Nella sala “Gioffré” della Biblioteca comunale centrale “P. De Nava” di Reggio Calabria il Centro Internazionale Scrittori della Calabria ha promosso la manifestazione “I colori dell’anima: Edgar Degas”, inserita nel ciclo di incontri “Sull’arte dell’’800 francese”.
Dopo l’intervento di Loreley Rosita Borruto, presidente dell’Associazione organizzatrice, la relatrice Elvira Leuzzi, critico e storico dell’Arte, già docente di Teoria della percezione e Psicologia della forma all’Accademia di “Belle Arti” di Reggio Calabria, ha illustrato i nuovi linguaggi espressivi attraverso la pittura di Edgar Degas (1834-1917).
Tra tutti i pittori impressionisti Degas è quello che conserva la maggiore originalità. “La famiglia Bellelli”, (1862) fu il suo primo quadro che lo ha reso famoso. In esso è raffigurata la famiglia della sorella. Degas, di tradizione borghese e di grande educazione neo-classica, ebbe l’opportunità di approfondire in Italia, come afferma la relatrice, l’arte del quattrocento, da cui ne derivò la sua ostentata cura per la correttezza formale e per un disegno netto e preciso. Non manca mai nelle opere dell’artista una grande e acuta penetrazione psicologia. L’incontro con Manet, a dire della relatrice, fu veramente importante per la sua formazione.
Tuttavia nonostante la sua amicizia e la partecipazione ad alcune mostre collettive, Degas non condivise mai a pieno gli intendimenti degli impressionisti pur accettandone, comunque, l’impulso interiore ad essere testimone della vita contemporanea. Secondo la prof. Leuzzi, le ballerine, i cantanti dei caffè concerto, i fantini, le case chiuse e il mondo equivoco dei quartieri periferici, furono rappresentati da Degas con occhio disincantato e amaro come si è ben visto nel dipinto “L’assenzio”, ritratto di donna isolata in un angolo di luce, mentre intorno dominava l’ombra e lo squallore rassegnato di alcuni esseri umani alla deriva, dipinti senza inutili sentimentalismi. Diversamente dagli impressionisti con il loro rapporto luministico tra figura e ambiente, Degas mirava a fissare con precisione l’aspetto psicologico e fisico della personalità umana.
Anche quando la vista gli venne a mancare, si dedicò alla scultura plasmando figure di ballerine, cercando di fermare in un gesto il tempo che passa. Concludendo, Degas fu sicuramente un anticipatore dell’esistenzialismo di Sartre e di Moravia e sicuramente tra i più grandi testimoni che vissero tra l’800 e il 900. Una serata speciale, dedicata alla pittura, sia per lo stile preciso e chiaro della relatrice nonché per gli oculati interventi di Antonio Gaetano, Salvatore Saffioti e Clelia Montella.
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