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La lezione critica di Antonio Piromalli è stata al centro della presentazione del libro “Letteratura e Cultura popolare”, (Nuova edizione con un saggio introduttivo di Toni Iermano, Roma, FAP, 2012) che il Centro Internazionale Scrittori della Calabria ha organizzato presso la libreria “Culture” di Reggio Calabria.
L’intervento introduttivo di Loreley Rosita Borruto, presidente del CIS della Calabria, ha tracciato l’itinerario letterario e critico di Antonio Piromalli (Maropati, 3 settembre1920 – Polistena, 7 giugno 2003). Il critico ha iniziato la sua carriera di docente e promotore di cultura a Reggio Calabria. Nel 1946 si è trasferito a Ferrara dove si è dedicato all’attività politica entrando in contatto con numerosi intellettuali.
E’ stato professore ordinario di letteratura italiana nelle Università di Salerno e Cassino, dopo esser passato per tutti i gradi della pubblica istruzione, da docente a preside di liceo, a ispettore centrale del Ministero della P.I., a libero docente universitario sino all’ordinariato. Autore di moltissimi famosi saggi critici, tra i quali La letteratura calabrese in due volumi, Antonio Piromalli si è interessato alle culture subalterne ed ha ritenuto che tali culture possano essere tutelate soltanto se si riesce ad inserirle nei programmi didattici della scuola superiore.
A questo fine ha organizzato, nell’ambito del Ministero della Pubblica Istruzione, specifiche sessioni di lavoro sulle varie comunità minoritarie. Il 7 giugno 2003, mentre stava per presentare un romanzo inedito di Fortunato Seminara, a Polistena è stato colpito da un infarto. Il prof. Antonino Zumbo, ordinario di Storia della Filologia e della Tradizione classica – Università di Messina, Prorettore Università per Stranieri “Dante Alighieri” di Reggio Calabria, ha messo in evidenza come le indagini del critico calabrese compiute sul finire degli anni Settanta, costituiscono ancora oggi, un valido riferimento metodologico per lo studio della cultura popolare.
L’apertura verso ogni forma di cultura subalterna hanno portano il critico calabrese a schierarsi in difesa delle lingue e letterature presenti in Italia. Il prof. Zumbo ha percorso a grandi linee gli snodi più importanti del saggio, evidenziando come esso costituisca un’occasione unica per accostarsi all’avventura intellettuale di un indiscusso maestro della Letteratura Italiana, così come viene testimoniato anche dal contributo del curatore del volume, il Prof. Toni Iermano nell’introduzione Il rischio delle radici.
Il professore si è poi soffermato particolarmente sul capitolo “Calabresità e cultura popolare”, nel quale appare interamente la capacità e la forza di Antonio Piromalli nel praticare un nuovo approccio alla letteratura calabrese, in quanto nel quadro storico-politico delle vicende italiane dall’Unità al secondo dopoguerra, egli ha saputo restituire dignità letteraria e valore politico a opere e scrittori – Pasquale Creazzo, Francesco Perri, Fortunato Seminara, Luca Asprea – spesso dimenticati dalla industria culturale e dalla critica ma che hanno avuto una visione storicamente organica della realtà ed hanno saputo poi tradurla in arte letteraria, con consapevole razionalità. Di seguito sono intervenuti la prof.ssa Mila Lucisano, docente di italiano e latino presso il liceo scientifico “L. Da Vinci” di Reggio Calabria, il prof. Nicola Petrolino, esperto e critico di cinema e l’arch. Lanfranco Piromalli. Tra il pubblico presente hanno interagito con i relatori: Pina Provazza Porchi, Domenico Antonio Sgrò, Emilia Serranò, Giuseppe Aprile, Clelia Montella, Franco Iaria, Renata Melissari, Gaetanina Sicari.
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