Questo post é stato letto 26530 volte!
La macchina jamaicana degli original Marvanza Reggae Sound è partita alla volta del “Marvanza Winter Tour” e dopo aver fatto il pieno alla Festa della birra di Gasperina farà sosta a Reggio Calabria, portando tutto il calore della musica reggae made in Calabria all’House of Music, venerdì 29 ottobre a partire dalle ore 22,00.
Il nuovo viaggio della band monasteracese, dunque, partirà dalla Calabria, per risalire lo stivale in un tour che porterà in giro il calore di un sound che rompe le regole e reinventa il genere reggae colorandolo con l’ironia e l’impegno sociale tipici di questi artisti.
I Marvanza torneranno, dunque, a far ballare il proprio pubblico, sempre più numeroso grazie alla travolgente carica di una musica che ha saputo inserirsi nei più alti contesti musicali italiani, appassionando addetti ai lavori e non. Tanti i progetti in cantiere per questi giovani ragazzi, che con un lavoro costante e con la passione per la musica hanno saputo portare la Calabria sui palchi più belli della nostra nazione, fino ad urlare tutto il loro amore per le loro origini dal palco di Piazza San Giovanni a Roma, in occasione del concertone del Primo Maggio.
Un impatto sempre fortissimo, grazie alla forza con la quale i Marvanza urlano il loro appello sociale contro il disinteresse dello stato, insieme ad una visione ottimistica e allegra della vita. Un reggae pacifista e rivoluzionario al tempo stesso, che trascina il pubblico e lo proietta in una nuova dimensione musicale, sociale e culturale, dove è importante aprire gli occhi davanti ai problemi quotidiani della nostra terra e abbandonare il disinteresse per costruire insieme un mondo nuovo.
I Marvanza usano ironia e rabbia per disegnare la realtà che li circonda, un cocktail esplosivo che culmina in freestyle che colpiscono come un pugno allo stomaco coloro che sono responsabili del degrado in cui spesso viviamo. La musica, dunque, diventa un’arma per sconfiggere il silenzio assordante che ingoia la nostra terra, generando violenza e povertà sociale. I loro testi diventano l’urlo collettivo di una terra che non si arrende e che ha ancora voglia di cambiare un mondo in cui le ingiustizie sociali e la repressione sembrano negare il rispetto per la persona in quanto tale.
Ironia e riflessione, dunque, si mescolano diluendosi nell’italiano e nel dialetto di Monasterace, che sfruttano il Reggae Muffin e la Dance Hall per parlare dei problemi che affliggono un mondo governato “dalle sporche mani nere”, tentacoli di uno stato che non si interessa alle nostre terre e al nostro sviluppo economico.
I Marvanza incarnano ormai da qualche anno il ruolo di coloro che vogliono trascinare la loro patria fuori dal limbo nel quale si è impantanata, attraverso i proclami sociali e gli inni all’amore tipici delle loro note. E lo fanno rompendo gli schemi in tutto e per tutto: scegliendo un genere nuovo in Calabria, i Marvanza hanno colorato la loro terra con i suoni caldi di un nuovo modo di fare reggae, sorprendendo tutti con un sound fresco e pezzi profondi, alleggeriti da un pizzico di ironia. Un tentativo di oltrepassare, a modo loro, le frontiere della musica reggae che tanto amano, per trovare la loro identità e rendere visibile a tutti il loro sguardo sul mondo.
I soggetti principali del progetto Marvanza sono quattro: Ivan Lentini, frontman e voce del gruppo, che con il suo vocione diluito nel dialetto calabrese scocca frecce dirette ai colpevoli del malessere che rende il mondo un posto difficile in cui convivere con le altre persone ma, al contempo, disegna le soluzioni per renderlo anche un posto migliore; Marco Lentini, voce e jolly del gruppo, che con i suoi movimenti ispirati dal re del pop Michael Jackson inietta qualche nota di trasgressività negli spettacoli della band; Claudio Chiera, basso e autore di alcuni dei testi, che con le note calde del suo strumento rievoca il sole e il mare della lontana Jamaica mostrando, al contempo, le difficili dinamiche di sopravvivenza di chi vive giorno per giorno nel disagio sociale; e infine Mafalda Gara, voce e sax, che con la sua bravura da il tocco in più alle note accattivanti dei suoi compagni e con la sua bellezza completa questo quadro disarmante per la sua semplicità e per la sua capacità di fotografare il tempo presente in tutte le sue sfumature.
Insieme a loro collaborano poi i musicisti Federico Placanica alla batteria, Ilario Musco alla chitarra, Salvatore Barresi alle percussioni e Domenico Panetta, tastierista e produttore artistico dei Marvanza Reggae Sound.
Questo post é stato letto 26530 volte!