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Riceviamo e pubblichiamo:
Chiar.mo Prof. Zimbone, abbiamo letto le Sue dichiarazioni rilasciate a “Il Quotidiano della Calabria” di giovedì 27 ottobre 2011 pag. 27, nell’articolo a firma di Alessandra Giulivo dal titolo “Agricoltura, ricetta anticrisi” e volevamo, a tal proposito, evidenziare alcuni punti che ci stanno particolarmente a cuore.
Lei registra un incremento delle iscrizioni presso la facoltà di Agraria di Reggio Calabria e questo non può che farci piacere e poi afferma , tra l’altro, che : “ …il settore portante della nostra economia rimane l’agricoltura nella misura in cui è volano di crescita per molti altri settori compreso quello dei servizi….”
A proposito dei servizi, come Lei avrà appreso dalla stampa regionale, i dipendenti della funzione pubblica dell’ARSSA hanno proclamato lo stato di agitazione e si preparano ad uno sciopero in quanto la giunta regionale ha intenzione di promuovere una legge che privatizza l’ARSSA e quindi i Servizi di sviluppo agricolo.
E’ inutile ribadire la gravità, il non gradimento da parte dei lavoratori del pubblico impiego e la varie difficoltà anche finanziarie ( pagamento del TFS, conservazione del contratto di diritto pubblico dei dipendenti, censimento del patrimonio ecc.) a cui va incontro il progetto di privatizzazione di un Ente pubblico, anche alla luce degli ultimi preannunciati provvedimenti del governo nazionale (lettera di intenti recapitata all’ Unione Europea) che prevede, tra le molte vessazioni, anche la licenziabilità facile dei lavoratori e la mobilità obbligatoria.
In quasi 25 anni di operatività dei Servizi di Sviluppo Agricolo in Calabria, il rapporto con la facoltà di Agraria di Reggio non è stato certo ottimale per vari motivi e per responsabilità multiple più volte evidenziate dai tecnici divulgatori. I famosi pacchetti divulgativi che dovevano costituire il “materiale di lavoro” per far funzionare al meglio il famoso “anello di congiunzione tra ricerca e sperimentazione e mondo agricolo” solo in pochi casi sono pervenuti a destinazione. In pratica la nostra attività, tranne pochi casi sporadici, si è dispiegata nell’offerta di una decorosa e diffusa assistenza tecnica alle aziende, di numerose attività di sperimentazione e dimostrazione, attuate in collaborazione con numerose università e centri di ricerca italiani attuate presso le nostre strutture territoriali ( CE.D.A., CE.S.A. aziende sperimentali-dimostrative diffuse in tutto il territorio regionale) e di una ragguardevole produzione pubblicistica specialistica di cui hanno dato conto le più prestigiose riviste specializzate del settore.
Il fatto che Lei stesso dichiari ancora al Quotidiano : “….nasceranno inoltre il Polo di Innovazione regionale nel comparto agroalimentare, il Distretto agroalimentare in Calabria ed è stata finanziata persino un’azienda agraria…..(…)…. cioè di una sede in cui si possa fare sperimentazione, dimostrazione e divulgazione delle conoscenze…..” senza mai citare l’ARSSA (la cui legge istitutiva prevede che svolga proprio le attività da Lei riassunte), crea un po’ di comprensibile sconforto tra i tecnici divulgatori perché, in un momento in cui ci apprestiamo a partecipare all’ennesimo lutto culturale, il silenzio pervade l’intera regione.
Concludiamo questa nostra lettera, ringraziandola per l’attenzione, con una domanda:
Quale svolta si può prevedere nel settore agricolo se le forze intellettuali, le realtà accademiche, le organizzazioni professionali del settore, le forze sociali e politiche non si assumono il dovere culturale ed etico di esprimere, in modo deciso e trasparente, le proprie convinzioni circa le politiche da incubo che la regione Calabria sta mettendo in atto e che riguardano proprio quegli enti e quelle realtà produttive alle quali i suoi studenti, futuri professionisti, dovranno rivolgersi per poter esprimere al meglio le proprie potenzialità?
Nell’auspicare che la facoltà di Agraria di Reggio Calabria riesca ad attuare tutti i programmi e i progetti da Lei illustrati nell’articolo, ribadiamo la nostra convinzione che essendo l’Università una parte, seppur importante del sistema, nel rappresentare le esigenze strettamente connesse al proprio contesto operativo e nel perorare le proprie cause debba considerare le relazioni necessarie con le altre componenti, tra cui i Servizi di Sviluppo Agricolo, perché, come Lei sa, in un’ottica di sistema se non funziona una parte, anche piccola dello stesso, l’intera organizzazione va in crisi.
Distinti saluti
Comitato FP ARSSA
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