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Generazione Futuro insieme al movimento maggiore, Futuro e Libertà (FLI), torna in piazza contro questa piccola politica, incapace di promuovere crescita e sviluppo, a favore della propria gente.
L’appuntamento, fissato nei prossimi weekend in piazza San Giorgio al corso, vuole promuovere attraverso una raccolta firme, la proposta di legge costituzionale per abolire gli enti province ed accorpare i piccoli comuni.
L’iniziativa, nata dall’esigenza di semplificare il quadro istituzionale, viene considerata sempre più opportuna dalla maggioranza della popolazione italiana, anche in relazione alla necessita di ridimensionare il perimetro e i costi della macchina politico-amministrativa del nostro Paese.
Nello specifico lo scopo dell’accorpamento dei piccoli Comuni è evitare eccessive duplicazioni di costi e funzioni di tante, troppe micro-realtà amministrative, mentre – nel caso delle Province – si mira anzitutto a ridurre i livelli di governo e di “intermediazione politica” con i quali i cittadini e le imprese si confrontano.
Ci sono oggi in Italia 8.101 Comuni e 104 Province. II numero dei Comuni sotto i 1000 abitanti è pari a 1963, circa un quarto del totale. Non diversamente, esistono 28 Province con una popolazione inferiore a 250 000 abitanti, vale a dire con una popolazione inferiore a quella di una citta di medie dimensioni. Un modello peraltro già sviluppato in molte nazioni europee, che hanno adottato negli ultimi decenni riforme importanti, tutte finalizzate ad accorpare gli enti locali, in particolare i Comuni (Regno Unito, Belgio, Danimarca, Svizzera).
Tanti livelli di amministrazione producono un eccessivo numero di regole, una generale confusione sulla distribuzione di funzioni, oltre a costi elevati per i contribuenti. In un contesto di finanza pubblica molto delicato, qual è quello attualmente sperimentato dall’Italia, l’abolizione delle Province e l’accorpamento dei piccoli Comuni risponde altresì ad esigenze di risparmio e di austerità che la classe politica deve saper corrispondere. Solo nel 2010 il costo per mantenere le province è stato di oltre 14 miliardi, in cui solo il 27% è servito per il miglioramento dei servizi utili al cittadino mentre la restante parte è stato utilizzato per pagare dipendenti, auto blu, spese di rappresentanza, rimborsi spese etc.
Partendo da questi presupposti, questa complessa riforma non può essere più un proclama elettorale.
Abolire gli enti inutili è divenuta una necessità, per tale motivo gli iscritti di Futuro e libertà e Generazione Futuro vi invitano firmare da domani in tutte le piazze dove saremo presenti, per partecipare con un atto concreto al futuro della nostra Nazione.
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