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In merito a quanto affermato dal presidente Eroi, circa l’utilità dell’esistenza degli enti provinciali, Generazione Futuro, movimento giovanile di Futuro e Libertà (FLI), vuole ancora una volta affermare la propria convinzione sull’inutilà e sugli alti costi dei prima detti.
In un contesto di finanza pubblica molto delicato, qual è quello attualmente sperimentato dall’Italia, l’abolizione delle province risponderebbe altresì ad esigenze di risparmio e di austerità che la classe politica deve saper corrispondere.
Solo nel 2010 il costo per mantenere le province è stato di oltre 14 miliardi, in cui solo il 27% è servito per il miglioramento dei servizi utili al cittadino mentre la restante parte è stato utilizzato per pagare dipendenti, auto blu, spese di rappresentanza, rimborsi spese etc. L’iniziativa, nata dall’esigenza di semplificare il quadro istituzionale, viene considerata sempre più opportuna dalla maggioranza della popolazione italiana, anche in relazione alla necessita di ridimensionare il perimetro e i costi della macchina politico-amministrativa del nostro Paese.
Allo stesso scopo va pensato anche all’accorpamento dei piccoli Comuni al fine di evitare eccessive duplicazioni di costi e funzioni di tante, troppe micro-realtà amministrative, mentre – nel caso delle Province – si mira anzitutto a ridurre i livelli di governo e di “intermediazione politica” con i quali i cittadini e le imprese si confrontano.
Ci sono oggi in Italia 8.101 Comuni e 107 Province. II numero dei Comuni sotto i 1000 abitanti è pari a 1963, circa un quarto del totale. Non diversamente, esistono 28 Province con una popolazione inferiore a 250 000 abitanti, vale a dire con una popolazione inferiore a quella di una citta di medie dimensioni. Un modello peraltro già sviluppato in molte nazioni europee, che hanno adottato negli ultimi decenni riforme importanti, tutte finalizzate ad accorpare gli enti locali, in particolare i Comuni (Regno Unito, Belgio, Danimarca, Svizzera).
Tanti livelli di amministrazione producono un eccessivo numero di regole, una generale confusione sulla distribuzione di funzioni, oltre a costi elevati per i contribuenti. Partendo da questi presupposti, questa complessa riforma non può essere più un proclama elettorale.
Abolire gli enti inutili è divenuta una necessità da sostenere con forza ed orgoglio per il futuro della nostra Nazione.
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