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È corretto tracciare dei bilanci sui versanti di competenza per attivare una programmazione adeguata su quanto accaduto.
Ritengo che per il sociale “grecanico” il 2010 sia stato un anno senz’altro “non indifferente”. Nello stesso tempo non possiamo affermare che sia iniziato bene.
Autoreferenzialità, mancato coinvolgimento da parte degli Enti locali, debolezza nei servizi se non addirittura regressione hanno rappresentato i nodi relativi ai primi mesi dell’anno passato.
Ma è indubbio che da ciò il contesto sociale ha saputo reagire.
Il come ha reagito è stato sotto gli occhi di tutti e con un buon rimbalzo mediatico, sempre opportuno quando si tratta di trasmettere al nostro indubbiamente bistrattato territorio la percezione che oltre 50 cooperative od associazioni lavorano alacremente per lo sviluppo e la legalità.
Ritengo che con l’attivazione del Forum Distrettuale del III settore, nella primavera scorsa, si sia avviato un processo di partecipazione che forse nella nostra Area non ha avuto precedenti.
Non siamo stati bravi, piuttosto disperati dalle progressive condizioni di annichilimento dello Stato Sociale alle quali non si poteva non reagire. Diciamo che siamo stati reattivi.
Da qui le prime azioni dove la nostra voce si è fatta sentire, soprattutto sul versante Istituzionale.
La primavera grecanica è stata rappresentata dalla nostra costante presenza nei dibattiti su normative a nostro parere inadeguate, su ritardi nei pagamenti, sul mancato rispetto del principio di sussidiarietà.
Questa forza si è coagulata nella giornata del 13 novembre scorso, quando oltre millecinquecento persone sono scese in piazza a rivendicare i diritti di ognuno.
Gli Stati generali del 18 dicembre, a Reggio Calabria ma di portata provinciale, hanno chiuso l’anno con una profonda riflessione su quanto attivato e lanciato le basi operative per l’anno 2011.
Attività dal carattere apparentemente ludico, come il quadrangolare di calcetto del 27 dicembre 2010, hanno rappresentato invece un rafforzamento delle relazioni con i partecipanti aprendone di nuove e significative, come con gruppo sportivi locali.
Ricordiamo che il sociale non si nutre di relazioni riguardanti soltanto gli addetti ai lavori, ma dei rapporti con ogni libero cittadino che ritiene che lo Stato di Diritto sia un elemento costitutivo di ogni civile convivenza.
Anche sul versante degli Enti locali si è registrato, verso il termine dell’anno, un incremento del coinvolgimento verso una più adeguata strutturazione del sistema dei Servizi Sociali d’Area.
I lavori sono ancora in corso.
La rete Sociale ed Istituzionale sembra finalmente ripartita ma ancora permangono nodi aperti sui quali il tempo non è amico e bisogna da subito agire per la loro rimozione.
il lavoratori del sociale, a fronte di una forte professionalità sia formale che sostanziale, possono definirsi purtroppo instabili in termini retributivi ed occupazionali.
È vero che il Sociale grecanico impiega oltre duecento operatori sociali nei territori di riferimento ma è altrettanto vero che l’instabilità retributiva, specie sul versante sanitario, è considerevole.
Non è possibile che esistano ancora lavoratori che debbano percepire lo stipendio relativo al mese di settembre quando i loro omologhi pubblici non registrano assolutamente problematiche su questo versante.
Per fortuna. Esistono in tal senso normative violate come la legge regionale 5 del 2000, che definisce l’allineamento temporale delle retribuzioni tra pubblico e privato.
Per il nuovo anno l’impegno verterà senza dubbio sul reinnesto di un sistema di eguaglianza a tutti i livelli.
Sul versante interno è estremamente importante che ogni soggetto si percepisca sullo stesso piano del “vicino di posto”.
Ammettendo una differenza di valore d’impresa tra i diversi componenti del Forum, questo dato oggettivo non verrà mai esercitato da questo Direttivo per creare differenza, piuttosto sostegno.
Sul piano culturale e percettivo ovviamente ciò rimane un nodo aperto e sostanziale.
I fronti territoriali sono molteplici ed ancora sospesi, apparentemente quiescenti.
Penso alla Centrale a Carbone, ma il nodo Sanità è sempre aperto.
Sul primo passaggio il nostro territorio ha altra vocazione.
E’ obbligo di ognuno, politica in primis, creare alternative di sviluppo valide affinché la presunta occupazione non divenga addirittura primaria rispetto alla salute ed all’ambiente.
Il III settore, con il finanziamento da parte di Fondazione per il Sud del Bando “i luoghi dell’Accoglienza Solidale nei borghi dell’Area Grecanica” ma anche con il quotidiano lavoro, ha avviato i suoi dovuti processi.
E non ci fermeremo.
Sulla Sanità la riduzione progressiva dei servizi, la chiusura di altri, pongono il nostro territorio in posizione di sensibile svantaggio.
Come III settore saremo senz’altro accanto alle popolazioni, assumendoci se opportuno l’onere dell’animazione, per rivendicare il diritto alla salute e tutti i diritti non esigiti.
Questo è un fronte aperto purtroppo già da qualche anno.
Non è ammissibile in un contesto democratico che gli sprechi di pochi li paghino i più deboli.
A tal proposito vorrei ribadire che le reazioni intimidatorie, registrate con frequenza al termine del 2010, altro non sono che un indicatore che siamo sulla via giusta e su questo aspetto il gruppo creato non intende fermarsi né farsi intimorire.
Pensiamo che la legalità non si debba predicare ma agire e quindi contiamo sulla forza dell’esempio e dell’impegno concreto.
Questa sarà, anche per il 2011, la nostra via maestra.
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