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“Il gioco d’azzardo non ha età”, è il tema della conferenza che si terrà mercoledì 19 novembre alle ore 11,00 presso Sala Biblioteca della Provincia di Reggio Calabria e organizzata da Fipac Confesercenti. All’incontro parteciperanno il presidente nazionale Fipac Massimo Vivoli, il direttore Lino Busà, il presidente provinciale Fipac Pasquale Visconte, la d.ssa Caterina Destefano del dipartimento prevenzione dell’ASP RC e il presidente Confesercenti Calabria Nino Marcianò. Nel corso della giornata verranno divulgati i dati sul fenomeno della ludopatìa in Calabria e si farà il punto sul fenomeno del gioco d’azzardo illegale. “La Calabria è la seconda regione del Sud dove si gioca – dice il presidente Confesercenti Calabria, Antonino Marcianò, anticipando qualche dato della ricerca svolta dalla Fipac – ed un’altissima percentuale riguarda gli anziani. Secondo il nostro studio, gli over 65 residenti in Calabria sono circa 393 mila, di questi la fascia più a rischio ludopatìa è quella compresa tra i 65- 75 anni. In Calabria, anziani vittime del gioco sono 60 mila, di questi 48 mila sono problematici, mentre 12 mila sono malati patologici”. Dati che spiegano anche la nuova ordinanza comunale, emessa dalla Commissione Straordinaria di Reggio Calabria, che regolamenta l’orario di apertura delle sale giochi cittadine dalle ore 9 alle 22, avvalorata dai dati dell’Asp 5 di Reggio Calabria secondo i quali la dipendenza dal gioco d’azzardo avrebbe negli ultimi anni raddoppiato i propri numeri. Nella lente di ingrandimento del lavoro elaborato dalla Fipac Confesercenti entrano, quindi, scommesse online, scommesse sportive, oltre che, ovviamente le slot machine e altre apparecchiature che, in molti casi, diventano la rovina di uomini e donne e che sono la base del gioco d’azzardo illegale. Le nuove frontiere della criminalità organizzata, infatti, guardano al settore dei giochi, fino a diventare una vera e propria holding mafiosa che riesce a muovere circa 4 miliardi di euro, di cui 3 miliardi e 600 milioni gestiti direttamente dalle organizzazioni mafiose. Senza contare gli introiti dell’usura finalizzata al gioco d’azzardo, circa 750 milioni. Una febbre, quella del gioco, che continua a diffondersi coinvolgendo milioni di persone, tra cui tantissimi anziani già finiti nel vortice della ludopatia. Numeri spaventosi se commisurati al danno provocato in termini sanitari e di risorse sottratte all’economia reale, con conseguente corollario di povertà familiare, indebitamento, usura, intrecci con la criminalità organizzata e conflitti d’interesse ai più alti livelli.
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