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Sfigati! Questo è l’aggettivo usato dal viceministro Michel Martone, nei confronti degli studenti universitari fuori corso; aggettivo offensivo e di certo inaspettato da un rappresentante del governo Monti; governo che sembrava distante dalla volgarità che contraddistingueva Berlusconi ed i suoi, ma che invece non finisce mai di sorprendere, purtroppo in negativo!
Che si dia dello sfigato ad uno studente, solo perché fuori corso, senza preoccuparsi di conoscere le motivazioni dei suoi rallentamenti, ma soprattutto, il reale valore che lo contraddistingue, al di là di un titolo conseguito in tempo, rappresenta una visione mediocre della realtà giovanile e la cosa peggiore, è che a vederla cosi sia uno dei nostri governanti.
Forse, il viceministro Martone non sa che alla base di certi rallentamenti, possono esserci legittime motivazioni, con cui non dico si debba costruire una giustificazione ad ogni costo, ma neppure considerarle superficialmente! Molti studenti studiano e lavorano contemporaneamente pur di mantenersi; altri, in prospettiva di un futuro privo di sbocchi lavorativi, si smarriscono dentro un male di vivere, frutto di una società decadentista e forse, è proprio questo che i nostri governanti dovrebbero guardare e di cui si dovrebbero occupare. Bere alla sorgente della sapienza, non deve essere una gara a chi arriva primo; piuttosto, un percorso di crescita che riscatti e migliori l’essenza dell’uomo, che in quanto tale, non è un robot in cui inserire certe informazioni, ma pneuma che pulsa e che certe informazioni non se le fa imboccare, ma le apprende, le critica, le migliora e le trasforma, con la propria testa pensante! Dire sfigato ad uno studente quindi, significa mettere in discussione il suo valore e svilirlo più di quanto lo sarà dopo la laurea. Pongo infatti una domanda ai nostri governanti: che futuro offre, questa nostra Italia stanca, ad un giovane laureato? Che non si affrettino a rispondere, la risposta è già tristemente chiara. La maggior parte degli studenti laureati, seppur nei tempi canonici, hanno difficoltà ad inserirsi nel mondo del lavoro, sempre più precario, sempre più assente; stages, master , concorsi e sacrifici che continuano a non garantire nulla…studenti sfigati? Io direi piuttosto sfruttati e costretti ad abbandonare l’Italia, che tra i paesi dell’UE, è quello che investe meno nei saperi-dati OCSE. Ma forse Martone attacca i giovani solo per nascondere le sue raccomandazioni per ottenere un incarico universitario rivelate oggi sui quotidiani nazionali.
Ma questo non è tutto. Si discute in questi giorni, di abolire il valore legale del titolo di studio e mi chiedo: come possono i nostri governanti, sostenere un’idea cosi scellerata, che peraltro affonda le sue radici, in una ancor più scellerata politica dell’istruzione, firmata Mariastella Gelmini? Anche da questo punto di vista, c’è una triste continuità tra il governo precedente e l’attuale! Si crede che tale abolizione, favorisca una visione che non badi al “pezzo di carta”, ma che valuti il giovane per ciò per cui realmente vale; in realtà, si prospetta come un provvedimento classista, che creerebbe enormi diseguaglianze tra gli atenei, declassando alla serie B l’istruzione pubblica ed innalzando alla A, quella privata! Più che al merito, si guarderebbe alla reputazione, che uno studente ricco può guadagnarsi frequentando un’università d’èlite o partecipando a master facoltosi…e per gli studenti meno abbienti? E gli atenei del sud? Pronto il marchio perdente: università e studenti di serie B! Studenti che sarebbero esclusi dal circuito lavorativo, già poco includente di per sé!
Come giovane universitaria, come giovane donna di un Sud che grida dignità, come giovane comunista, difendo un sapere libero, pubblico, laico e pluralista, all’interno di una società attenta ai diritti di tutti e non solo di alcuni; una società che rilanci un’università migliore, che si basi su un reale sistema di merito e di borse di studio; una società dove i giovani tutti e particolarmente quelli in difficoltà, siano aiutati e non ostacolati con provvedimenti classisti! In questo senso, i Comunisti Italiani difendono il valore del libero sapere, dei giovani e del loro sacrosanto diritto ad un futuro migliore e per questo, siamo pronti ad affermarlo con forza ed a mobilitarci.
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