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Continua al Planetario il ciclo di conferenze :Astronomia non solo Astronomia. Questa sera alle ore 21.00 il prof. Massimo Mazzoni docente di astrofisica all’Università degli studi di Firenze tratterà di Fantascienza ed Astronomia. Venerdì 27 invece si discuterà del rapporto di Italo Calvino con la scienza, l’astronomia in particolare
La Fantascienza è un genere letterario caratterizzato, di solito, da stelle e avventura, astronavi ed alieni, spazi e tempi paralleli. Si spesso tentati di assimilarla ad una forma fantastica di astronomia. In realtà non si tratta solo di questo, anche sarà proprio tale legame con la scienza del cielo che verrà affrontato al Planetario, considerando tuttavia solo la Fantascienza su carta, perché quella dei film o dei telefilm allargherebbe troppo il discorso. In effetti la migliore Fantascienza è davvero una forma di letteratura, in quanto è una riflessione dell’uomo su se stesso e sulle sue prospettive. Ma è una riflessione con in più una base scientifica. Essa inizia appunto ad affermarsi già a metà ‘800, con lo sviluppo crescente delle conoscenze scientifiche e della tecnologia avanzata, si pensi, per esempio a Verne. E andando più indietro nel tempo, si scoprono autori illustri come Keplero, Cicerone, Plutarco, Luciano. Ma a questi ultimi autori è sufficiente un accenno, visto che la scienza come la intendiamo oggi, inizia solo dopo Galileo.
Nell’incontro verrà fatta una panoramica introduttiva del genere, scoprendo quante sfumature, talvolta perfino sovrapposte, vi siano in questo tipo di letteratura, per poi concentrarsi su quel tipo di Fantascienza dove l’Astronomia svolge un ruolo caratterizzante. Saranno ricordati autori, racconti e perfino riletto qualche breve brano, scoprendo la sostanziale correttezza scientifica degli autori più affermati.
La Fantascienza, quella di pregio naturalmente, si propone allora come un veicolo di trasferimento di informazioni scientifiche, senza il pesante apparato formale proprio della scienza, ma invece con l’immediatezza del racconto e con la capacità di coinvolgimento propria della narrativa. Non sarebbe male, in questo periodo supertecnologico, riproporre anche nell’ambito scolastico qualche buon testo, che a volte ha perfino anticipato successive scoperte celesti. Si possono scoprire alcuni risvolti, inimmaginati ma reali, dell’Astrofisica, oppure riflettere e capire perché certi eventi o ambienti siano invece impossibile in base alle conoscenze attuali. Non è un caso infatti che perfino alcuni scienziati si siano cimentati con successo in questo genere, e basta ricordare il cosmologo Fred Hoyle per tutti. Merita poi una ulteriore riflessione il fatto che l’epoca d’oro della Fantascienza si collochi nella seconda metà del secolo scorso e che la sua produzione in questo terzo millennio, pur dominato dallo sviluppo scientifico, sia sorprendentemente meno ricca ed ispirata rispetto alla precedente. Il secondo incontro è centrato sullo scrittore Italo Calvino.
Italo Calvino è stato uno scrittore tra i più innovativi e stimolanti dell’ultimo mezzo secolo; se si aggiunge poi che le sue opere possono essere lette a vari livelli di profondità e di significato, si capisce perché il suo nome figura tra quello degli autori consigliati praticamente per ogni grado scolastico. Riscoprire adesso Calvino con una chiave di lettura più profonda, ed oltretutto farlo al Planetario della città, può sembrare un’impresa non facile e forse perfino incomprensibile. Ma bisogna sapere, e forse non molti sanno, che verso quell’età che il Sommo Poeta definì “il mezzo del cammin di nostra vita”, Calvino sentì l’urgenza di affrontare un nuovo progetto, ossia quello, ambizioso ed impegnativo, di una nuova Letteratura Cosmica. Tra le motivazioni di questa ricerca letteraria ricoprì un ruolo determinante l’inizio delle esplorazioni spaziali.
In pochi mesi si succedono lo Sputnik, Laika, l’Explorer, pochi anni dopo ci sarà l’evento Gagarin, seguito a breve dallo sbarco sulla Luna. La conquista estesa dello spazio sembrava allora ormai a portata di mano, e lo sembrava allora molto più di oggi. Si trattò di conquiste che hanno davvero cambiato il mondo, sia come evoluzione tecnologica, sia riguardo al rapporto uomo – cosmo. Per Calvino, e non solo per lui naturalmente, si era ormai aperto un nuovo determinante capitolo nella storia dell’umanità, e la letteratura, che della società è specchio e coscienza, non poteva non tenerne conto.
Nasce da questa sua riflessione il proposito di fondare una nuova letteratura, che pur restando tale rovesciasse la storica gerarchia: cultura umanistica – cultura scientifica. Fu proprio questa sua proposta di scambiare i ruoli e i rapporti tra i rami del sapere che gli procurò, pur tra i consensi di altri colleghi ed editori, i rimproveri di alcuni scrittori, che lo accusarono di subordinazione al crescente affermarsi della scienza e della tecnologia, quasi che Calvino fosse vittima di un complesso d’inferiorità. Forse. In effetti, fin da piccolo, il giovane Italo, cresciuto in un ambiente parentale di netta impostazione scientifica, si era sentito “altro” fino a definirsi la pecora nera della famiglia. In effetti, come è stato detto, anche la scienza fu per Calvino soprattutto una questione letteraria. Anche il rapporto con i compagni di fede politica non fu lineare né facile, in anni in cui il confronto tecnologico era solo uno dei momenti del più ampio confronto ideologico.
Soprattutto nelle Cosmicomiche, Calvino realizza una letteratura fantastica che venne chiamata di Fantapassato, con uno stravolgimento del tradizionale rapporto uomo – universo. Per raggiungere il suo scopo, lo scrittore partiva da reali notizie e scoperte di rilevanza astronomica, per poi trasferire il tutto in una ambientazione, ancora astronomica, ma del tutto improbabile ed imprevedibile. Il vero problema allora, secondo Calvino, era la formulazione di un nuovo linguaggio, perché ciò che si può narrare, o descrivere, dipende in modo stringente dal linguaggio disponibile. E farà proprio il confronto di se stesso con Galileo. La ricerca di una nuova letteratura divenne così inseparabile da quella di un nuovo alfabeto.
Un progetto che però, fin’ora, sembra rimasto senza eredi. Quello che oggi ci resta sono i suoi riuscitissimi tentativi di esplorazione lessicale e semantica. Per saperne di più sulla Fantascienza ,genere da non trascurare per le potenzialità di comunicazione scientifica tipica del filone ‘hard’, e sulle opere di Italo Calvino non resta che essere presenti al Planetario.
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