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Nella mattinata odierna i Carabinieri della Stazione Reggio Calabria Principale hanno dato esecuzione ad ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.i.p. dott.ssa Silvana Grasso su richiesta della Procura della Repubblica, dott.ssa Cama, nei confronti di Clemeno Bruno, 39 anni, della sua compagna Romeo Giovanna, 34 anni, e di sua sorella Clemno Emma, 31 anni, tutti accusati di estorsione aggravata, lesioni, danneggiamento aggravato e violenza privata.
I fatti risalgono al 21 febbraio scorso allorquando i militari carabinieri intervennero presso un bar in pieno centro ove si era consumata un’aggressione: almeno sei persone, di cui due donne, avevano fatto irruzione all’interno del locale mettendo tutto a soqquadro e distruggendo macchinette del caffè, registratore di cassa, bottiglie e elettrodomestici vari. Ma l’ira degli aggressori armati di una mazza da baseball si sarebbe poi sfogata sulle due titolari di origine marocchina, che riportarono ferite alla testa e alle spalle e furono costrette a ricorrere alle cure mediche. Il Clemeno Bruno aveva inoltre fatto accesso nel locale armato di pistola, venendo dissuaso poi da un correo e convinto a riporre l’arma in auto, impugnando la mazza da baseball e scagliandosi con inaudita ferocia su persone e cose all’interno del locale.
Le vittime nell’immediatezza riferirono di conoscere almeno tre dei soggetti poiché saltuari frequentatori del locale, e conosciuti come persone di Archi. Le individuazioni hanno portato all’identificazione dei tre soggetti arrestati anche grazie al numero di targa di una delle vetture utilizzate per il raid.
Il Clemeno in una circostanza avrebbe richiesto espressamente la cessione del locale alla proprietaria che avrebbe rifiutato perché quel bar rappresenta il suo unico sostentamento, ottenuto con molti sacrifici. Da quel momento il Clemeno avrebbe iniziato ad infastidire i clienti del locale in alcuni casi a derubarli nell’ottica di spingere la proprietaria a cedere. L’ultima richiesta esplicita di cessione del locale sarebbe stata fatta due mesi prima del raid punitivo.
L’aggressione è stata accompagnata da una serie di terribili minacce: fatte soprattutto dalle donne “Reggio Calabria è nostra e qui comandiamo noi, fatti le valigie e vattene”, “se fai la denuncia ti bruciamo il locale”, “se succede qualcosa a mio fratello Bruno ti bruciamo il locale”, ed anche a sfondo razzista “torniamo ogni sera e ammazziamo un marocchino a sera e vediamo chi ci caccerà, tanto per noi è niente ammazzare un marocchino”..
Gli arrestati sono stati tradotti presso il carcere di Reggio Calabria a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
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