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Nella mattinata odierna i carabinieri della dipendente Compagnia di Reggio Calabria e del NOE di Reggio Calabria stanno eseguendo decreto di sequestro emesso dal GIP di Reggio Calabria su richiesta della locale Procura nei confronti di tre Società: IDROTERM di MARTINO Vittorio Bruno, con sede legale in Reggio Calabria contrada Croce Valanidi, IDROTERM srl con sede in Roma ed EKO MRF s.r.l. con sede legale in Reggio Calabria Vallone Bovetto. Sono circa 50 i militari impegnati nelle operazioni tra Reggio Calabria, Roma, Napoli, Milano, Bologna.
L’attività di indagine intrapresa nel luglio 2009 nasce dall’attenzione concentrata sul territorio da parte dei carabinieri della Stazione di Gallina e del NOE di Reggio Calabria per il monitoraggio dell’attività di gestione e smaltimento dei rifiuti. In particolare veniva attenzionata una ditta operante sul territorio, la EKO MRF con sede in contrada Bovetto.
Uno studio preliminare del sito della ditta ha segnato il primo momento di interesse. Collegatisi su un normale sito di consultazione mappe satellitari “BING MAPS” i militari hanno osservato con curiosità che la foto effettuata da satellite aveva immortalato all’interno dall’area di proprietà della ditta un mezzo d’opera che scaricava materiale edile su un costone della collina. Da quel momento sono partite le verifiche che hanno portato al deferimento di 22 soggetti.
Il primo importante aspetto su cui si è focalizzata l’indagine è la realizzazione di discarica abusiva da parte della Società EKO MRF. Come appariva dalle immagini satellitari del sito “Bing Maps”, all’interno della proprietà dell’azienda si era svolta un‘attività di sversamento di rifiuti provenienti da demolizioni con il riempimento di un intero vallone. Le immagini realizzate da elicottero dell’arma dei Carabinieri confermavano che sul sito era stata effettuata un’importante azione di conferimento di materiali.
Dagli accertamenti documentali emergeva che in relazione all’area interessata era stata presentata da MARTINO Bruno, amministratore unico della EKO MRFsrl, nonché proprietario del terreno, nell’anno 2005 una dichiarazione di inizio attività di realizzazione di terrazzamenti con conferimento di “terreno agricolo per la realizzazione di un uliveto”. Inutile sottolineare che dalle immagini scattate dall’elicottero di uliveti non vi era alcuna traccia sul sito indicato. Non solo: le attività di movimento terra intraprese non sono state considerate lecite neppure dal punto di vista autorizzativo urbanistico-ambientale poiché, come indicato dall’Ufficio tecnico del Comune di Reggio Calabria, effettuate in assenza dei previsti nulla osta paesaggistico-ambientali. Tale circostanza emergeva anche da verifiche effettuate dall’Agenzia Regionale per lo Sviluppo e per i Servizi in Agricoltura, dalle cui relazioni tecniche consegnate all’Arma, emergeva chiaramente sull’area interessata la sussistenza di concreti rischi idrogeologici in conseguenza delle azioni antropiche operate. Peraltro da sopralluoghi effettuati sul posto, sebbene l’area utilizzata per lo sversamento dei rifiuti fosse impervia, franosa e pertanto non accessibile, i militari potevano de visu constatare l’evidente affioramento di rifiuti speciali non pericolosi da demolizione (parti di pilastri in cemento, reti plastiche impiegate sui cantieri, residui bituminosi, legnami), affioranti evidentemente per l’azione delle piogge e degli agenti atmosferici.
Un secondo aspetto su cui si sono concentrate le indagini è stato il controllo dei mezzi che trasportavano e conferivano i rifiuti presso la EKO MRF srl. La normativa in vigore prevede precisi obblighi su tutta la catena di produzione, gestione, trasporto e smaltimento o recupero dei rifiuti, pertanto impone obblighi e conseguenti responsabilità anche in capo ai soggetti produttori del rifiuto.
A seguito dei controlli è emerso che la quasi totalità dei produttori conferivano i rifiuti a società che operavano il prelievo e trasporto in assenza di autorizzazione sia della società che dei mezzi impiegati. In conseguenza di ciò la normativa vigente prevede il sequestro per la confisca dei mezzi utilizzati, sequestri che nella odierna operazione hanno riguardato 21 mezzi d’opera di proprietà di 16 distinte aziende operanti sul territorio di Reggio Calabria.
Il sequestro ha ad oggetto il patrimonio mobiliare ed immobiliare (sito, mezzi, strutture e intera proprietà terriera sede della discarica non autorizzata) delle Società IDROTERM, IDROTERM srl (tra cui attività bar-ristorazione interna all’Aeroporto di Reggio Calabria) ed EKO MRF SRL, nonché 21 mezzi d’opera (segnalati per la confisca ex-lege), conti correnti e altri beni facenti capo alle società medesime, per valore quantificato in 7 milioni di Euro.
I reati contestati nell’ambito dell’indagine sono previsti dalla normativa in materia ambientale che, a seguito delle recenti ed importanti modifiche (testo unico del 2006 e successive modifiche e integrazioni), ha fornito strumenti assolutamente incisivi ed efficaci per l’azione di contrasto. In particolare può ricordarsi l’inserimento dell’aggravante in materia di reati ambientali per i territori in cui vige lo stato di emergenza (prorogato nella Regione Calabria anche per l’anno 2011 con Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri).
Può altresì citarsi la severità della regolamentazione della catena “produzione-gestione” del rifiuto che investe di precise responsabilità anche il produttore del rifiuto stesso, che non solo ha l’obbligo di verificare che la ditta cui affida il rifiuto sia autorizzata, ma anche quello di verificare che il rifiuto sia accettato dal destinatario finale. Proprio in questa attività sono state accertate condotte penalmente rilevanti da parte dei soggetti produttori del rifiuto. Le conseguenze, anche per questi soggetti sono decisamente gravi e prevedono la confisca del mezzo d’opera impiegato.
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