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Giovedì 22 novembre si è tenuta l’Assemblea del Coordinamento del Terzo Settore ambito comunale di Reggio Calabria. Una riunione dai toni drammatici che ha visto la partecipazione, oltre che dei rappresentanti delle associazioni e delle cooperative che gestiscono servizi per conto del comune di Reggio, anche di una rappresentanza degli operatori e dei familiari degli utenti. Stamattina abbiamo appreso che i Commissari, nonostante le gravissime difficoltà che stanno affrontando, hanno inteso comunque raccogliere il grido di disperazione del Terzo Settore reggino, convocando una riunione urgente per mercoledì prossimo.
Purtroppo è ormai nota la sofferenza degli organismi del Terzo Settore che oltre a vantare crediti pregressi relativi gli anni 2010 e 2011 per oltre 5 milioni di euro, hanno di fatto visto sospendere i pagamenti dei servizi correnti che al momento sono fermi ad aprile-maggio del 2012. Ad oggi pertanto il credito generale, tra pregresso e corrente, supera i 7 milioni di euro.
Una cifra enorme che, è bene ribadirlo, avrebbe portato qualsiasi impresa in settori diversi, all’immediata chiusura. Il Terzo Settore invece, nel rispetto dei diritti dei cittadini più deboli e fragili della città, ha continuato senza interruzioni a svolgere i propri compiti di assistenza e promozione del benessere, grazie alla forte motivazione etica e valoriale di operatori che attendono i propri emolumenti in alcuni casi da oltre 8 mesi.
Una disperazione che purtroppo è rimasta per troppo tempo sotterranea, smorzata dal senso del dovere che muove un esercito di oltre 600 addetti e che serve oltre 3.000 persone, tra bambini, anziani, disabili e poveri di ogni genere.
Oggi però non è più possibile mantenere in vita servizi che richiedono un impegno professionale ed umano particolarmente elevato facendo leva sulla responsabilità e sullo spirito di volontariato comunque proprio del mondo del Terzo Settore.
Del resto, alle difficoltà quotidiane legate al mancato pagamento dei servizi, si aggiunge oggi il timore per un futuro che sembra già tracciato. Un futuro che non lascia grandi margini alla speranza.
A breve molte delle convenzioni per i servizi del comune scadranno. Ci saranno le risorse per ripartire? E con quali tempi? Con quali modalità? La paura, non certo infondata, e che in un momento di particolare difficoltà per il Comune, si arrivi alla sospensione ed in alcuni casi alla chiusura di servizi essenziali di assistenza.
Nei giorni scorsi la città ha già sperimentato la sospensione del servizio di trasporto per disabili, un servizio che serve circa 200 persone e che garantisce alle stesse di accedere ai servizi minimi sanitari e sociali offerti dal territorio. Una sospensione che ha decretato una condanna agli arresti domiciliari per molti disabili che non hanno una famiglia in grado di rispondere autonomamente alle loro esigenze di accompagnamento.
Eppure, tranne qualche cenno di solidarietà, la città non si è nemmeno accorta di questa sospensione.
Ieri il trasporto è ripartito, grazie alla struttura Commissariale che si è attivata per rinvenire un minimo di risorse per la benzina e grazie agli operatori che, nonostante non siano pagati da oltre 6 mesi, hanno comunque ripreso il lavoro per rispetto delle persone che quotidianamente fruiscono del servizio e che non possono e non debbono pagare il conto della crisi di questi giorni.
Cosa succederà quando la prossima settimana, se non giungeranno notizie positive dai Commissari, verranno chiusi tutti i servizi? La città si accorgerà, come giustamente accaduto per i cumuli di spazzatura agli angoli della strada, di un esercito di poveri rimasto senza alcuna colpa orfano di qualsivoglia risposta al proprio bisogno?
E’ questa la domanda che si sono posti ieri i partecipanti all’Assemblea del Coordinamento, ed è una domanda che al momento è rimasta senza risposta, in attesa di un cenno di speranza che speriamo di ricevere mercoledì dalla struttura commissariale.
Al di là della facciata che mostra, la civiltà di una società si misura dalla capacità che ha di occuparsi dei propri cittadini più deboli. A Reggio, fuori da ogni esercizio dialettico o diatriba politica, è a rischio la sopravvivenza dei diritti minimi di cittadinanza.
Il Portavoce del Coordinamento
Avv. Luciano Squillaci
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