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Sono passati oltre 100 anni dal disastroso evento sismico del 1908 che distrusse le città di Reggio e Messina provocando migliaia e migliaia di morti, ma da allora poco o nulla è stato fatto per contrastare efficacemente il rischio sismico, così come insufficienti e inadeguate risultano le iniziative messe in campo per combattere il dissesto idrogeologico di un territorio che Giustino Fortunato, oltre un secolo fa, definì “uno sfasciume pendulo sul mare”.
E’ noto come il territorio calabrese, per caratteristiche strutturali, morfologiche, geologiche e idro- climatiche, sia particolarmente fragile ed esposto ai pericoli di rischio sismico (tutti i comuni calabresi sono inclusi nella prima e nella seconda fascia di rischio più elevato) e di dissesto idrogeologico per frana e per alluvione. Ma negli anni poco è stato fatto per una più attenta programmazione e per una mirata mitigazione dei rischi individuati.
La Calabria paga oggi il prezzo del pluriennale intervento – dissennato e distorto – dell’uomo sull’ambiente che ha costruito in luoghi dove il buon senso avrebbe sconsigliato di costruire. E paga anche la carenza storica di progettualità e di strumentazioni tecniche per la gestione delle risorse idriche e ambientali.
Inoltre, la regione sconta il prezzo delle politiche sciagurate che in questi anni hanno perseguito la logica delle cattedrali nel deserto e delle opere inutili e dannose come il ponte sullo stretto, dilapidando ingenti risorse pubbliche, mentre non è stato affrontato il vero tema che riguarda l’emergenza territoriale di un’area che va messa in sicurezza per garantire il futuro dei suoi abitanti.
Da ciò risulta evidente l’importanza della gestione intelligente del territorio attraverso un’azione sinergica che coinvolga tutte le istituzioni (comuni, province, regione, ordini professionali e università), le professionalità, ma anche i cittadini. Tutti coinvolti, a vario titolo, al perseguimento di azioni più responsabili e volte alla prevenzione, al controllo, alla manutenzione ordinaria e straordinaria.
Questa iniziativa si propone, pertanto, di suscitare la giusta attenzione sui rischi sismico e idrogeologico di cui ci accorgiamo solo in ritardo, quando ormai i danni alle cose e alle persone diventano irrecuperabili, per uscire dalla logica dell’emergenza attraverso una politica di programmazione degli interventi.
Per rimettere al centro della discussione temi che rappresentano una priorità assoluta per la Calabria e per Reggio, la Federazione provinciale del PdCI ha ritenuto di organizzare un convegno pubblico sul tema:
“RISCHIO SISMICO E DISSESTO IDRO-GEOLOGICO DELL’AREA DELLO STRETTO: REGGIO CALABRIA E DINTORNI” che si svolgerà GIOVEDI’ 5 APRILE ALLE ORE 17.30 a REGGIO CALABRIA presso la sala G. Levato del Consiglio Regionale della Calabria.
L’iniziativa sarà introdotta dall’avv. Lorenzo Fascì (segretario Provinciale del PdCI). Sono programmati gli interventi dell’Arch. Rita De Lorenzo sul ruolo dei cittadini prima, durante e dopo un evento sismico, del prof. Raffaele Pucinotti (Docente università Mediterranea) sul ruolo dell’ingegneria per la sicurezza sismica degli edifici esistenti, del geologo Arcangelo Francesco Violo (Presidente dell’Ordine dei Geologi della Calabria) sulla Difesa del Territorio: una priorità per la Calabria e del prof. Alberto Ziparo (Docente università di Firenze) sulla Difesa del Suolo nella riqualificazione eco-paesaggistica del Territorio.
Le conclusioni sono affidate a Michelangelo Tripodi, Segretario Regionale del PdCI.
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