Questo post é stato letto 19760 volte!
Premesso che Reggio Non Tace è un MOVIMENTO, NON E’ UNA ASSOCIAZIONE O UN COMITATO, e che quindi:
– non ha un organo esecutivo
– non ha un rappresentante legale
– ha dei valori fondanti condivisi dagli aderenti attraverso la sottoscrizione del MANIFESTO
– ha una ASSEMBLEA che si AUTOCONVOCA e DECIDE SUGLI ARGOMENTI PROPOSTI DAL COORDINAMENTO, che è APERTO A TUTTI GLI ADERENTI.
E che quindi, se non c’è un indirizzo chiaro da parte dell’ASSEMBLEA, NESSUNO PUO’ PARLARE A NOME DEL MOVIMENTO IN ALCUNA SEDE, MENO CHE MENO ISTITUZIONALE, in merito a quanto dichiarato dai capigruppo della maggioranza in consiglio comunale durante la conferenza stampa di giorno 19 u.s., si precisa quanto segue:
La richiesta di Assemblea pubblica di cui all’art. 20 dello statuto comunale è stata correttamente depositata presso l’ufficio protocollo di Palazzo San Giorgio, indirizzata al Sindaco, con allegate le 845 firme il giorno 17 febbraio u.s. Le firme dei richiedenti sono regolarmente apposte e autenticate su moduli vidimati dal Segretario Generale del Comune, come dallo stesso indicato preliminarmente e come previsto dal Regolamento sulla partecipazione.
Quella che Scarfone definisce “richiesta” è solo una lettera di trasmissione per il deposito della richiesta medesima nella quale, sempre ai sensi dello Statuto e del regolamento sulla partecipazione, sono stati indicati generalità e recapiti delle tre persone delegate dal movimento per l’occasione.
La loro firma è apposta nella richiesta (cioè nei fogli vidimati), dunque non serviva aggiungerla nuovamente nella lettera di trasmissione.
Reggionontace ha fatto solo da “ambasciatore” della richiesta.
La “richiesta” è regolare ed è quella firmata dai cittadini.
Riguardo alla lettera di trasmissione, in essa si specificano ulteriormente i contenuti della richiesta, ma non vi è alcuna contraddizione o discordanza tra l’una e l’altra.
Quando infatti, nella richiesta, si fa riferimento all’attuazione del Regolamento sulla Partecipazione, si comprendono una serie di adempimenti, previsti dallo Statuto, funzionali anche alla trasparenza amministrativa dell’ente.
La trattazione, ad esempio, dei motivi che hanno provocato il cosiddetto “buco di bilancio” e i rimedi che si intendono adottare per farvi fronte sono PARTE FONDAMENTALE DELLE PREVISIONI DEL REGOLAMENTO SULLA PARTECIPAZIONE.
Quando l’art. 13 del citato Regolamento prevede la consultazione dei cittadini per la predisposizione del bilancio preventivo, prevede implicitamente che in quella sede (conferenza annuale di bilancio) si tratti anche del risultato (avanzo o disavanzo) degli anni precedenti, che è una delle “poste di bilancio” del preventivo.
La lettera del 22 marzo u.s. è solo un sollecito, firmato da coloro che ne avevano titolo, cioè i tre delegati dei richiedenti l’assemblea.
Riguardo la qualità o l’appartenenza politica dei sottoscrittori, di cui ha parlato Scarfone durante la conferenza stampa, riteniamo che così facendo egli abbia violato la legge sulla privacy; non aveva alcun titolo per accedere agli atti; non ve ne erano infatti i presupposti, visto che la richiesta, come prevede lo Statuto, era fatta dai cittadini al Sindaco e che, nel loro mandato istituzionale di consiglieri non è prevista la convocazione dell’assemblea pubblica.
Il sindaco aveva gli atti nel suo ufficio e doveva rispondere – lui – ai cittadini.
Pertanto rimane il fatto gravissimo che l’assemblea è stata regolarmente richiesta, che sono scaduti tutti i termini e che il Sindaco non ha dato alcuna risposta, cioè non ha convocato l’assemblea e non ne ha spiegato i motivi,mentre i capigruppo di maggioranza sono scesi in campo tirando in ballo argomenti pretestuosi, quando non palesemente falsi, per giustificare la mancata convocazione.
Noi continueremo a protestare per questa negazione di un diritto dei cittadini in un momento così grave per la vita della città.
Questo post é stato letto 19760 volte!