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“Il dibattito che si è sviluppato in ambito provinciale, regionale e nazionale sulla ipotesi di costruzione di una centrale a carbone a Saline di Montebello Jonico, sull’area di una degli emblemi del fallito sogno industriale in Calabria( ex liquichimica), appare da alcuni punti di vista stucchevole e rischia di aprire un solco profondo tra contrari e favorevoli. Non vi è dubbio che come Confagricoltura Reggio Calabria siamo fortemente contrari alla costruzione della centrale a carbone in quanto il rischio maggiore ricadrebbe sul settore agricolo, unico settore che in questi anni di crisi ha mantenuto i livelli occupazionali”. Prende posizione il Presidente di Confagricoltura Reggio Calabria – Antonino Lupini – sul progetto di costruzione della centrale a carbone proposto dalla società Saline Energie Ioniche s.p.a. nel comune di Montebello Jonico che rischia di penalizzare lo sforzo che il mondo agricolo provinciale, ed in particolare del territorio reggino, ha messo in atto in questi ultimi anni per aumentare la qualità delle produzioni a partire dal comparto del bergamotto.
“Come risaputo le centrali a carbone sono fonti a maggiore emissione specifiche di CO2 per la produzione elettrica ed emettono nell’atmosfera fumi e ceneri derivanti dalla combustione, e questi sono veleni micidiali per i prodotti agricoli. Tra l’altro, l’ipotetica incidenza percentuale sull’occupazione non ci convince in quanto le ricadute negative sulle produzioni del settore primario porterebbero ad una contrazione sensibile dell’occupazione nel settore agricolo – evidenzia Lupini. In questi ultimi anni le imprese che operano nel territorio reggino hanno fatto uno sforzo enorme per ammodernare le strutture aziendali e avviare produzioni di alta qualità, basti pensare al settore vitivinicolo e del bergamotto. Per il rilancio della produzione del bergamotto si è lavorato molto per raggiungere la DOP “Bergamotto di Reggio Calabria – Olio essenziale” applicando un disciplinare molto rigido che ha permesso al Consorzio di Tutela di svolgere una positiva azione di tutela della particolare produzione, mentre per il settore vitivinicolo molto si è fatto per la promozione dei vini dell’area reggina ricadenti nei territori di produzione DOC e IGT. Tutto questo impegno ed il lavoro fatto – rimarca il Presidente degli imprenditori agricoli reggini – rischia di essere vanificato dalla costruzione della centrale a carbone. E questo come rappresentanti del mondo agricolo non ce lo possiamo permettere e lotteremo affinché ciò non avvenga”. Il nostro auspicio – conclude il Presidente di Confagricoltura Reggio Calabria – è che l’area della ex impianto della liquichimica di Saline Joniche sia bonificata e riqualificata attraverso un progetto di sviluppo turistico che coniughi le esigenze di tutela e valorizzazione dell’ambientale e del settore agricolo.
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