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Anche questa volta l’Atto Aziendale si è dimostrato davvero discriminate nei confronti dell’Area Grecanica, confermando la poca attenzione del mondo politico nei confronti di questo territorio già disagiato.
Come Organizzazione Sindacale, non riusciamo a capire il perché di questo accanimento sul P.O. di Melito, dove si è passati dalle 20 strutture complesse (S.O.C.) ad una soltanto, nonostante la presenza degli stessi Direttori di Unità Operativa titolari.
Non riusciamo a capire il perché l’Atto Aziendale dell’ASP va a penalizzare così tanto quest’area, mentre l’Atto Aziendale dell’Ospedale Riuniti di Reggio Calabria che ci dovrebbe invece accogliere ed accorpare, stando alle indiscrezioni del mondo politico e dello stesso Direttore Generale dell’ ASP, non ci vede nemmeno menzionati nelle sue parti.
A chi giova questa confusione? Perché questa poca chiarezza su un argomento così delicato ed importante per tutta la popolazione?
Forse si è pensato bene di creare tale confusione al fine di “ingannare” sindaci, dipendenti, cittadini, nonché le organizzazioni sindacali ? O forse il vero obiettivo è beffare “il tavolo Massicci”, che respinge ad ogni incontro le soluzioni adottate dalla parte politica. Forse perché il piano di rientro, almeno per la provincia di Reggio C., gira intorno ai soli tagli di questo territorio, ma, soprattutto per il presidio ospedaliero di zona cioè il TIBERIO EVOLI?
Mentre nelle altre zone, grazie alle vere e giuste proteste dei sindaci con quotidiane presenze sui mass-media, ha visto gran parte delle richieste (compresa anche qualcuna di interesse individuale) accolte, invece nella nostra area tutto diventa impossibile.
Ad esempio in alcuni ospedali della Regione che hanno avuto la chiusura del punto nascita; con l’ultimo DPGR n. 106 del 20.10.2011 non si notano modifiche nella dizione di struttura di ostetricia e ginecologia. Non è pura formalità, ma il problema assume rilevanza sostanziale con rilevanza giuridica amministrativa; in quanto, senza la dicitura di “Ostetricia”, l’integrazione sottoscritta dai D.G. dell’ASP e dall’Azienda Ospedaliera, che attribuisce all’ ex U.O.C. di “Ostetricia e Ginecologia” di Melito la prosecuzione in regime ambulatoriale e di ricovero di tutte le attività assistenziali connesse allo stato di gravidanza (fatta eccezione per l’evento parto) adesso decadrebbero. Quindi siamo di fronte ad un altro duro colpo.
Per non parlare del Laboratorio Analisi che circa un anno fa ha assorbito il Laboratorio Analisi Territoriale o ex Inam con tutto il personale, facendo così di due strutture complesse una sola e che ad oggi si vedono trasformare dall’Atto Aziendale in struttura semplice, ma com’è possibile?!
Ed ancora, le U.O. di Radiologia e quella di Ecografia, che da due strutture complesse non si è avuto nemmeno la decenza di accorparle per salvarne una.
Nonché la P.E.T. 118 che invece di rafforzarla con una seconda postazione a seguito del depotenziamento del presidio, addirittura non viene menzionata.
Possiamo ancora continuare parlando delle altre strutture complesse che sono state trasformate in semplici (vedi ortopedia-traumatologia, anestesia-rianimazione, pediatria, direzione sanitaria, psichiatria), ed altre che addirittura non compaiono nemmeno come servizi, vedi le strutture complesse di oculistica, otorino, dermatologia, urologia, centro trasfusionale, anatomia patologica e cardiologia.
Per finire alla farmacia, che negli anni ha sempre soddisfatto le esigenze, sia del presidio che del territorio e non meno quelle della stessa AO nel momento del bisogno. Ma questo viene presto dimenticato trasformandola in struttura semplice.
Altro punto che ci rende perplessi è il Pronto Soccorso di Melito che da struttura complessa passa a semplice nonostante abbia da sempre più di 20.000 accessi annui. Altri P.S. sono stati premiati con questi numeri vedendosi dotati di OBI (osservazione breve intensiva).
Perché nel nostro P.O. non si è creato il Servizio DH Multidisciplinare Diurno in modo da mantenere tutte le specialistiche ambulatoriali del Presidio creando così i presupposti di mantenimento dei LEA, anziché farli scomparire?
Che senso ha accorparci all’A.O. di Reggio C. e vedersi comunque declassati e spogliati di tante strutture e servizi?
Forse che i cittadini dell’Area Grecanica sono utili solo in campagna elettorale come bacino di voti?
E’ ANCORA OGGI POSSIBILE CHE IL DIRITTO ALLA SALUTE COSTITUISCE MERCE DI SCAMBIO?
A nostro avviso, è necessario e doveroso da parte di questa politica scoprire le carte ed una volta per tutte scegliere quale strada percorrere nel rispetto della popolazione di quest’ area ma soprattutto di quei cittadini bisognosi di cure, nonché dei lavoratori.
Se si dovesse scegliere la strada del tanto propagandato accorpamento con l’A.O. di Reggio Calabria è indispensabile che il tutto venga preventivamente preceduto da un protocollo d’intesa dove vi siano annotate in modo dettagliato tutte le attività, le unità operative, gli organici e i servizi previsti nei due presidi, in sinergia con tutte le strutture del Territorio e nello stesso modo dare la possibilità del confronto, dei suggerimenti, sia agli stessi sindaci che hanno perorato questa causa (ma mai hanno chiesto nulla) che alle OO.SS. che rimangono sempre attenti e vigili, ricordandoci che fortunatamente viviamo in una Repubblica Democratica.
Per concludere vorremmo fare un ultima e doverosa domanda, dov’è la tanto acclamata “centralità del cittadino” più volte enfatizzata nella proposta di Atto Aziendale in tutto questo?
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