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Nel corso di una conferenza stampa convocata nella mattinata di venerdì 5 dicembre a Reggio Calabria dalla CISAL Fpc Calabria, è stato presentato il neo coordinatore provinciale della Cisal funzione pubblica per la città dello stretto.
Si tratta del dr. Gaetano Mileto, persona di comprovata esperienza sindacale che, grazie alla sua pluriennale esperienza ed al suo bagaglio tecnico, sarà in grado certamente di dare il proprio contributo alla risoluzione delle problematiche a cui i lavoratori pubblici potranno andare incontro e non solo.
Ad affermarlo – attraverso un comunicato diffuso da Antonello Iuliano, responsabile dell’ufficio comunicazione e rapporti con la stampa e i media – Fabio Schiavone, segretario regionale Cisal Fpc Calabria e segretario nazionale del Dipartimento Ministeri dello stesso sindacato.
Nel corso dello stessa conferenza stampa, il segretario nazionale Schiavone si è soffermato a parlare di un tema tanto caro a tutti gli italiani e ai lavoratori pubblici in particolare, la tanto attesa e sbandierata Riforma della Pubblica Amministrazione.
Prima di parlare di riforma, descritta come la panacea dei mali italici – ha chiosato Schiavone – il governo dovrebbe fare un’analisi attenta del mondo del lavoro in Italia. Dovrebbe, altresì, fare una profonda autocritica; ridurre tutti gli sprechi ancora oggi esistenti; eliminare l’eccesso di burocrazia tutt’oggi presente che è vera causa del disastro; eliminare la miriade di costosissime consulenze esterne, inutili dal momento che esistono numerose validissime professionalità interne; tagliare del 40% gli stipendi dei manager pubblici; ridurre nella stessa misura percentuale (40%) le cosiddette pensioni d’oro; ridurre notevolmente i costi della politica a tutti i livelli.
Così facendo– ha proseguito Schiavone -, si riuscirebbero a recuperare circa 8miliardi di euro, una cifra consistente da riutilizzare, ad esempio, in progetti di riqualificazione per i pubblici dipendenti e/o per rilanciare l’occupazione.
È necessario, ancora com’è noto a tutti, infatti, quanto finora realizzato non ha avuto l’effetto di rilanciare l’economia e far ripartire consumi interni e, conseguentemente, l’occupazione, anzi.
Jobs Act e Legge di Stabilità, così per come sono state ideate e messe a punto, ancora una volta sembrano essere l’ennesima cura più dannosa del male “recessione economica ed emorragia di posti di lavoro” che dovrebbe guarire. Del resto, com’è possibile pensare di rilanciare i consumi e pensare di incrementare l’occupazione se gli italiani, soffocati da tasse e costi elevati di bollette e similari, hanno ridotto di 80miliardi i consumi?
Agli italiani in generale ed ai lavoratori dipendenti – pubblici o privati che siano – in particolare, Piuttosto, tutto ciò tutto sembrano tranne che la soluzione del problema.
Tanti annunci, solo frasi ad effetto per impressionare, quindi. Fatti, invece, ancora, pochissimi o niente.
Non si fa la giusta informazione e si danno informazioni scorrette (si mente sapendo di mentire?) quando si parla dell’articolo 18, il c.d. totem ideologico, demonizzandolo come il male di tutti i mali e quale causa principale se non unico responsabile del mancato incremento dei posti di lavoro.
Come può l’abolizione del reintegro nei casi di licenziamento senza giusta causa, risolvere da sola il problema della disoccupazione in Italia? Quali nuovi scenari aprirà questo cambiamento?
Perché se gli italiani non hanno soldi da spendere o non spendono quei pochi che hanno nell’incertezza del proprio futuro, quindi se non ripartono i consumi e non cresce la domanda del mercato interno, come possono le aziende senza commesse di lavoro, fare nuove assunzioni ?
È veramente così — incrementando esponenzialmente la precarietà (nel migliore dei casi e se va bene, tolgo Tizio per assumere Caio, quindi un lavoratore c’era prima, un altro ci sarà dopo) e non dando ai giovani la possibilità di pensare al futuro e di mettere su famiglia – che si potrà realizzare il necessario cambio di marcia, invertire la rotta e rilanciare l’occupazione?. È così che si otterrà la tanto agognata ripresa economica? Ed infine, è questo quello di cui l’Italia ha veramente bisogno? Secondo la CISAL, NO
È ovvio, invece, che così facendo si aumenta solo l’incertezza e si spinge sempre più i giovani validi a cercare altrove, in altri Paesi, quello che l’Italia non è in grado di dare loro: un futuro.
Nel concludere il suo intervento e le sue osservazioni, il segretario Schiavone ha inteso rammentare che ci si appresta al rinnovo delle RSU, la cui elezione è prevista per i primi giorni del prossimo marzo.
La Cisal, già ampiamente rappresentativa in 6 ( tra cui Scuola, Sanità, Enti locali, Enti Pubblici non Economici e Conservatorie) degli 8 comparti esistenti, grazie alla capacità ed all’impegno dei propri rappresentanti ed iscritti, auspica di esserlo anche nel comparto Ministeri
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