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C’è un devastante silenzio del nuovo sindaco-clone del presidente della Regione Scopelliti, che era sindaco quando sono avvenute le malversazioni di cui sono accusati i funzionari del Comune arrestati.
C’è un devastante silenzio su questi arresti dell’ex-sindaco Giuseppe Raffa, sindaco sino a otto giorni fa, anche lui del PDL, in ballottaggio per essere eletto questa domenica a presidente della Provincia, dopo che in campagna elettorale un candidato della sua lista, assessore a Gioiosa Ionica Marina, è stato arrestato per mafia.
La commissione elettorale in Corte d’Appello, che verifica voti e preferenze per il comune, fa sapere che ben 75 presidenti di seggio (da essa Corte nominati) saranno depennati; che in cinque sezioni di Reggio, (in cui si sono espressi almeno 2500 voti) i verbali delle preferenze sono stati strappati; che in tutte le sezioni reggine emergono discrepanze gravi tra voti registrati e votanti, con differenze nell’attribuzione di voti e preferenze.
Ciò nonostante, la Corte d’Appello, nel mentre ha rinviato a tra due settimane la proclamazione degli eletti consiglieri del Comune, ha invece inopinatamente ritenuto di proclamare eletto il candidato sindaco del PDL: come se le irregolarità di voto in migliaia di schede possano riguardare solo i consiglieri e non anche il sindaco. Ma allora, sindaco o consigliere, chi è stato veramente eletto a Reggio Calabria? E se forse c’era da fare il ballottaggio?
Sono fermamente convinto che da questa domenica in Calabria bisogna reclamare gli osservatori dell’OCSE o dell’ONU per controllare la “regolarità” del voto, “disciplinato” dal ministero Maroni, visto questo livello da Bielorussia. Anche qui abbiamo un Partito della Libertà di fare tutto quello che ci pare: la legalità sembra un optional, mentre il ruolo dell’opinione pubblica, locale e nazionale, è del tutto assente.
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