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Tolto ogni dubbio sull’ipotetico lavoro svolto nei confronti di Reggio, l’ormai distinta Città Metropolitana, bisogna porre l’attenzione su quelle che sono considerate le zone suburbane. Le periferie infatti, giorno dopo giorno, continuano a subire un totale abbandono, la deturpazione delle proprie risorse che probabilmente hanno aiutato Reggio nella sua grande crescita culturale. Eppure, oggi, Reggio, la Città Metropolitana si dimentica delle sue periferie, le lascia al suo destino, per poi, in campagna elettorale, spolverarle e riempirle di “manifesti elettorali”.
Queste le parole di Giuseppe Cantarella di Generazione Futuro, gruppo giovanile di Futuro e Libertà che in questi mesi hanno ritenuto opportuno evidenziare l’impossibile stato in cui le periferie si trovano. Sicuramente dovuto ad uno scarso impegno da parte delle Circoscrizioni, continua Cantarella, o forse da un’incapacità di cooperazione con il Comune. Sicuramente la notizia dell’abolizione, da parte del Governo, delle Circoscrizioni non gioverà a questo. Continueremo ad assistere a situazioni di vero degrado.
Basti pensare a tutte quelle zone bloccate a causa dei temporali, famiglie che si trovano rinchiuse in casa per giorni interi. Case invase dal fango. Gente che si trova obbligata ad assentarsi dal proprio posto di lavoro. E nel caso di un allarme rosso? Volare non fa’ parte delle nostre capacità, ma presto, impareremo a farlo. Assistiamo sì all’incuria della gente, ma a gravar tutto ciò e’ la continua assenza di opere di manutenzione, specie delle reti idriche, che rendono la viabilità oltre che impossibile anche pericolosa.
Ulteriore piaga delle nostre periferie, sono la totale assenza di mezzi di informazione e formazione per tutti i giovani del quartiere che servirebbe ad aprire la loro mentalità ad un rispetto del proprio paese oltre che ad una vera e propria partecipazione civica. Probabilmente esistono, nelle periferie della nostra città, veri e propri punti di aggregazione per tutti i giovani, l’unica nota dolente è che questi non sono funzionali, non possono ospitare giovani che hanno voglia di parlare e di confrontarsi. Perché esistono questi giovani. Esistono i giovani che hanno voglia di interrogarsi sul passato del proprio paese, giovani che odiano la poca cura nei confronti della loro identità civica, giovani a cui piace appartenere al proprio paese. In tal senso, dovrebbe essere proprio l’amministrazione comunale ad attivarsi, a chiedere proprio alla gente cosa sarebbe proficuo per il proprio rione.
Il concetto di periferia non deve essere quello di un luogo nel quale portare ciò che all’interno del Centro Storico non sta bene, bensì un luogo da rivalutare, dove la gente possa trovare confronto, aggregazione e perché no anche un po’ di svago. Basti pensare al manifesto estivo del nostro Comune. Ogni spettacolo viene presentato solo all’interno del Centro Storico. E le periferie? Forse non sono all’altezza? Per finire, l’occupazione: il varo di progetti mirati per rendere la realtà giovanili presenti sul territorio periferico più responsabili del bene comune, sicuramente incentiverà ad una nuova stagione florida per la microeconomia locale, soprattutto se sostenuta da alcuni parametri indispensabili quali l’impegno alla differenziata, per il materiale di scarico, l’impegno a promuovere tariffe per le classi sociali meno abbienti.
Credo fermamente, che la prossima amministrazione comunale abbia il dovere di aprirsi nei confronti dei piccoli e dei grandi rioni, di tutti quei paesi, che portano con sé una storia, che evidentemente quella attuale ha un po’ trascurato.
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