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L’A.N.P.I. di Reggio Calabria fa appello a tutti coloro che condividono i valori dell’antifascismo, della Resistenza ed della Costituzione a ritrovarsi insieme nelle ore antimeridiane di giovedì 25 Aprile all’interno della Villa Comunale di Reggio Calabria davanti alla Stele del Partigiano, sulla cui base, in pietra grigia, fu collocata, nel 2012, la targa sulla quale fu riprodotta la famosa frase di Piero Calamandrei, rivolta ai giovani nel 1955 “Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati.”.
A distanza di 68 anni dalla storica giornata della Liberazione della Città di Milano, 25 aprile 1943, che fu giustamente assunta come data-simbolo della liberazione dell’Italia intera dagli orrori della guerra e dalla soppressione della libertà e della democrazia lucidamente e follemente voluti dal fascismo e dal nazismo, l’Associazione dei Partigiani di Reggio Calabria intende non solamente “celebrare” la ricorrenza, che peraltro dovrebbe essere adeguatamente “ricordata” da tutti coloro che si riconoscono nel DNA della nostra Repubblica, ma soprattutto, ancora una volta, chiamare a raccolta tutti, le donne e gli uomini, le ragazze ed i ragazzi, che condividono la consapevolezza che mille e mille sono oggi le ragioni per ritenere che le condizioni attuali dell’Italia, della Calabria e soprattutto di Reggio Calabria, non sono quelle per cui si batterono le partigiane ed i partigiani, che avevano sognato un paese libero non solo dalla guerra, ma anche dalla povertà e soprattutto fondato sui principi di eguaglianza non formale e di dignità del lavoro e dei lavoratori.
Con questa consapevolezza della necessità di una nuova fase d’impegno sociale e di passione civile da parte di “nuovi resistenti” l’A.N.P.I. rivolge un appello “unitario” af-finché la giornata del 25 Aprile s’iscriva in un itinerario di “nuova Liberazione” dalla mala politica, dal malaffare e dalla ‘ndrangheta che hanno nuovamente devastato il paese, umiliando gli anziani, precarizzando i lavoratori ed uccidendo i sogni e le speranze delle ragazze e dei ragazzi.
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